Covid Codogno, torna la paura: "Contagi da zona rossa, ma sintomi più leggeri"

Il titolare della farmacia Navilli, Giuseppe Maestri: "Coi tamponi abbiamo trovato tanti asintomatici, anche bimbi"

Tamponi alla farmacia Navilli

Tamponi alla farmacia Navilli

Codogno - A Codogno è tornata la paura del virus. Una tensione sicuramente diversa tra la popolazione rispetto a quella scoppiata il 20 febbraio 2020, quando il Covid era tutt'altro che conosciuto e il vaccino ancora non esisteva. Ma in città le code davanti alle farmacie e soprattutto davanti alla farmacia Navilli, sono costanti. Una situazione da tenere sotto controllo. Così la farmacia di Codogno ha deciso di montare un gazebo per poter effettuare i tamponi. Nel frattempo in città tutto è stato sospeso: dagli eventi legati al Capodanno, alle attività collegate alle festività natalizie. La decisione è arrivate nei giorni scorsi da parte dell'amministrazione comunale. Misure per evitare un aggravamento della situazione epidemiologica. Intanto, restano in prima linea, come sempre, i farmacisti.

Come Giuseppe Maestri, uno degli "eroi" della prima ondata, che ogni giorno dall'inizio della prima zona rossa d'Italia aveva fatto la spola tra Piacenza e Codogno ogni giorno per garantire un servizio ai codognesi impauriti dallo scoppio della pandemia. Così per mesi, nonostante la fatica e la paura di poter entrare in contatto con il Covid. Giuseppe Maestri, socio titolare della farmacia Navilli in piazza XX Settembre a Codogno, ancora oggi continua a non far mancare nulla ai cittadini. "I contagi sono tanti, come due anni fa - spiega il farmacista di Codogno, titolare della Farmacia Navilli, Giuseppe Maestri -. Ma i sintomi sono leggeri, completamente diversi rispetto a quelli della prima ondata. Ci sarà stata sicuramente qualche leggerezza da parte delle persone. Il numero di tamponi antigenici sono in costante crescita. Per questo abbiamo realizzato una tensostruttura esterna per poter accogliere tutte le persone che vorranno effettuare un controllo. C'è un afflusso pazzesco. Quasi 200 persone in coda. Abbiamo trovato tanti positivi e asintomatici. Anche tanti sono i bambini dai 4 anni in su".

Nella mente di Maestri è ancora tutto vivido: la scoperta del paziente 1, la decisione scattata il 23 febbraio 2020 di istituire a Codogno e in altri dieci Comuni del territorio la prima zona rossa del mondo Occidentale, la seconda dopo quella di Wuhan in Cina, con l'arrivo dei militari a presidiare i confini, le strade deserte con solo le ambulanze in giro. In quei giorni drammatici la sua farmacia e quelle degli altri colleghi della zona sono rimaste gli unici riferimenti sanitari a disposizione dei cittadini quando l’ospedale è stato isolato per il virus e man mano che tanti ambulatori di medicina generale chiudevano perché i medici si ammalavano e morivano. Una lavoro prezioso quello svolto da Maestri in quei giorni, notato anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che a giugno scorso lo ha nominato Cavaliere al merito della Repubblica, insieme a tanti altri “eroi” dell’emergenza che ha travolto il nostro Paese. "QUei giorni non li dimenticherò mai - dice il farmacista Maestri -. Oggi però siamo in una diversa situazione rispetto al 2020".