Codogno, Vittorio Sgarbi: "Palazzo Soave è meraviglioso, va sfruttato"

Il critico d'arte ha inaugurato ieri in viale Gandolfi la Milanesiana d’autunno. Dal palco una “lectio“ sul pittore Magatti

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi

Codogno (Lodi), 25 settembre 2021 -  "Qui a Codogno avete una sala meravigliosa, quella del Vecchio Ospedale Soave, di cui ho capito tutte le potenzialità durante una visita a fine luglio: un’occasione unica per mettere a confronto i pittori lombardi e veneti del Settecento". Per Vittorio Sgarbi la città di Codogno è ormai diventata come una seconda casa. Lo è da quando è esplosa la pandemia, ma soprattutto da quando a luglio scorso è stato “arruolato“ dalla Giunta Passerini come commissario al patrimonio artistico della città. Così ieri, in occasione della prima serata della Milanesiana d’autunno (la prima di cinque appuntamenti, l’ultimo sarà a novembre a Parigi), il più grande festival itinerante che promuove il dialogo tra le arti, ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi (sorella di Vittorio), il famoso critico d’arte è tornato a incontrare i codognesi con la prima vera iniziativa per promuovere il patrimonio artistico della città.

Dal Vecchio Ospedale Soave, insieme ad Andrea Ragosta, direttore artistico e organizzativo del Teatro “Carlo Rossi“ di Casalpusterlengo, Sgarbi ha presentato, con una lectio, una mostra intitolata “Pietro Antonio Magatti dalla cura del corpo alla cura dell’anima“. L’iniziativa, nata grazie ad un bando regionale, che ha messo insieme alcuni comuni del Basso Lodigiano tra cui Codogno, ha come punto di partenza l’idea di valorizzare l’opera di Magatti (1691-1767) ("l’equivalente lombardo di Tiepolo", sostiene Sgarbi) ospitata a Codogno nella chiesa di San Giorgio e di proprietà della Fondazione Opere Pie Riunite, che è stata posta a confronto con un altro Magatti conservato nella collezione Sgarbi Cavallini. "A Codogno avete un Magatti bellissimo - ha detto Vittorio Sgarbi -. Un Cristo molto scenografico che scende dalla croce e porge la ferita che ha sul costato a san Pellegrino Laziosi. E’ un’opera che ho ammirato a fine luglio scorso qui. Ho deciso quindi di esporre insieme un altro Magatti della mia collezione".

Da qui poi l’idea, dopo essere entrato anche in contatto con un collezionista del territorio, di proporre una raccolta di pittori veneti del Settecento a confronto con lo stesso periodo lombardo. L’appuntamento è a novembre sempre a Codogno nella sala del Vecchio Ospedale Soave. "Questa sarà l’altra mostra, più grande, che faremo a novembre con una ventina di quadri - ha aggiunto Sgarbi -. Ci sarà un confronto tra pittori veneti e lombardi. Questa mostra e la lectio sono un’introduzione a Magatti, il contesto preciso dell’artista è quello che la gente vedrà nella seconda mostra. Purtroppo i pittori del Settecento lombardo, diversamente da quelli del Seicento che avendo come capofila Caravaggio sono stati raccontati bene, sono quasi un mistero. Nello stesso periodo veneto, Canaletto e Tiepolo sono sempre stati sugli scudi. Ecco: il Settecento veneto è stato divulgato bene, quello lombardo no. Per questo ho voluto cogliere l’occasione per proporre questo tipo di evento".