Codogno, tracce di arsenico in via Polenghi. Pratica archiviata: nessun colpevole

Il terreno era stato venduto dal Comune a un privato nel 2015. Impossibile trovare responsabili

Sarà necessaria una bonifica

Sarà necessaria una bonifica

Codogno (Lodi) - Impossibile individuare la causa dell’inquinamento da arsenico nel terreno di via Polenghi, il lotto da 950 metri quadrati a prato, venduto dal Comune ad un privato nel 2015 e poi oggetto di un contenzioso in Tribunale poichè le società, Techno 2000 e Costruzioni Betti, poco dopo l’acquisto, scoprirono che appunto il fondo era inquinato da materiale di scarto e dunque chiesero conto all’ente pubblico per le presunte mancate verifiche. Le imprese promossero davanti al Tribunale di Lodi il ricorso per l’ottenimento dell’ accertamento tecnico preventivo mentre la Giunta di centrodestra, insediatasi nel giugno 2016, portò la documentazione in tribunale in autotutela.

«Allo stato attuale è anche impossibile identificare un responsabile della potenziale contaminazione sottostante il materiale di riporto – ha spiegato la Provincia di Lodi nel chiudere le indagini e di conseguenza la vicenda –. Non è da escludere l’eventualità che le concentrazioni rilevate siano riconducibili a utilizzi di fertilizzanti o agrofarmaci avvenuti nel passato quando l’area era ancora destinata all’uso agricolo". Dunque non è possibile mettere nero su bianco un’ordinanza di diffida per dar corso alla bonifica del terreno. Il materiale da riporto (scarti di rifiuti edili) non sembra, per gli uffici competenti della Provincia, la causa della concentrazione di arsenico perchè "e’ improbabile" che vi sia stato un passaggio dagli scarti al sottosuolo.

La scoperta dell’arsenico era avvenuta dopo la perizia del settembre del 2018 nel contesto, appunto, della causa civile, e le analisi chimiche scoprirono che, su cinque campioni prelevati, in una profondità tra un 1.5 metri e tre metri, si era superata la soglia del parametro arsenico, per siti ad uso verde-residenziali, in tre punti. Il terreno, dunque, è stato qualificato come "potenzialmente contaminato" e quindi dovranno essere comunque attuate, volontariamente o d’ufficio, tutte le operazioni di bonifica.