Codogno, riaperto il pronto soccorso: ora i casi di Covid non fanno paura

Percorsi separati e nuove tecnologie a cento giorni dall’arrivo del paziente 1 del primo focolaio italiano

Il triage all’interno del pronto soccorso di Codogno che è tornato operativo

Il triage all’interno del pronto soccorso di Codogno che è tornato operativo

Codogno (Lodi), 5 giugno 2020 - Il paziente 1 del “nuovopronto soccorso di Codogno, nella fase 3 della pandemia, è una donna di 83 anni, Franca residente in città, che, ieri mattina, attorno alle 7.45, si è presentata dai medici con il marito Ferdinando, 82 anni. Per lei nessun sospetto di Covid, come accade invece a un’anziana arrivata da una Rsa. L’unico caso confermato a fine giornata. Ieri, dunque, dopo oltre 100 giorni dal 21 febbraio quando le porte d’ingresso si chiusero dopo la scoperta il primo contagiato da coronavirus in Italia, finalmente il servizio è tornato operativo insieme al reparto di rianimazione. Lo aspettavano circa 80 mila persone della Bassa, orfane del polo d’emergenza e costrette ad recarsi a Lodi o Piacenza anche per piccole urgenze. Ora tutto è stato ripensato. E l’arrivo di casi di ipotetici contagiati non fa più paura.

Il termoscanner all’ingresso è una sorta di spartiacque per accedere alle due ali, Covid e no, divise tra di loro da un’area di prefiltro. Se un utente ha la febbre, la direzione obbligata è l’accesso ad un “triage” dedicato con area di sorveglianza che può mettere a disposizione fino a dieci posti letto. Anche l’area antishock per accogliere i pazienti gravi si è adeguata ai protocolli, prevedendo un box totalmente separato per i sospetti positivi. Un nuovo inizio, un nuovo sistema. Per presentare il quale arrivano i vertici dell’Asst di Lodi con il direttore generale Massimo Lombardo in testa e il primario del pronto soccorso Stefano Paglia.

Astanterie con letti distanziati per ospitare in totale 23 pazienti, illuminazione nuova, percorsi protetti e 4 letti di terapia intensiva super attrezzati con pure ventilatori di ultima generazione e di fascia alta. "Riaprire il pronto soccorso era di vitale importanza, imprescindibile – sorride il sindaco Francesco Passerini –. Grazie a chi ha lavorato in periodo di emergenza e anche tutti i cittadini che hanno dimostrato il loro attaccamento per l’ospedale". L’apertura era attesa, ma in mattina il flusso degli utenti non è massiccio. La prima ambulanza arriva poco dopo le 11 con un anziano di 81 anni. C’è anche un sospetto paziente Covid, che poi risulterà negativo al tampone, e l’anziana arrivata da una casa di riposo, già positiva. I percorsi, divisi e predisposti, non creano rischi.

"Stiamo lavorando anche alla redazione di protocolli clinici e assistenziali unici con il vicino ospedale di Lodi", spiega Enrico Storti, primario di anestesia e rianimazione della Asst di Lodi Intanto, Franca, la prima paziente, con problemi cardiaci, ha percorso il corridoio e si è diretta verso il triage pulito: nessun sintomo da Covid. Il marito è rimasto fuori: unico neo di una struttura rimessa a nuovo ma che di fatto costringe parenti e anche pazienti (nel caso in cui si registrasse un boom di accessi) ad attendere sotto il porticato esterno. "Finalmente è stato riaperto. Per noi è stato un sollievo. Eravamo preoccupati. Non sapevo dove portare mia moglie – spiega l’uomo – Il 24 maggio ha avuto una piccola crisi cardiaca e il 27 sono riuscito a trovare un cardiologo che le ha prescrit to un esame. Finalmente hanno riaperto a Codogno. Oggi è la prima volta che usciamo di casa dal 21 febbraio. Sono stati mesi molto duri. Siamo stati attenti a uscire il meno possibile, ovviamente solo per fare la spesa". La donna esce attorno alle 9. "Dentro è bellissimo. È stato fatto tutto nuovo. Devo dire che qui a Codogno il pronto soccorso è sempre stato efficiente. Ora ha di nuovo riaperto, grazie al cielo".