Codogno, il processo riparte da zero per la quarta volta: rischio prescrizione

Cambiati tre giudici nel procedimento contro le ex titolari dell'agenzia di viaggi accusate di truffa

Via Roma a Codogno

Via Roma a Codogno

Codogno (Lodi), 11 maggio 2018- Per la quarta volta  in 5 anni il processo è ripartito da zero. Cambia il giudice e l’istruttoria (quindi il riascolto di tutti i testi) deve riprendere dall’inizio. Sono tre i procedimenti aperti nei confronti delle ex titolari dell’agenzia di viaggi Assoquattro di via Roma a Codogno e che rischiano di finire così in prescrizione. Ieri, in Tribunale a Lodi, l’udienza è ripartita con il nuovo giudice (che resterà a Lodi ancora per poche settimane) che ha potuto solo rinviare a novembre davanti a un nuovo togato. La prescrizione è ad aprile 2019 e difficilmente si arriverà alla sentenza di 1° grado.

Sono almeno 50 le persone che ritengono di essere state truffate e che si sono costituite parte civile nella speranza di ottenere un risarcimento. Alla sbarra tre sorelle bresciane oggi cinquantenni, a cui vengono contestati a vario titolo i reati di truffa aggravata e insolvenza fraudolenta. In totale si tratterebbe di circa 3 milioni sottratti alle loro vittime. Il sistema era semplice: venivano prospettati alle vittime i guadagni derivanti dalla vendita di pacchetti di viaggio che dovevano essere acquistati a prezzo vantaggioso e rivenduti dopo aver ottenuto un congruo guadagno. Secondo gli inquirenti sarebbe stato promesso che acquistando in estate un pacchetto di viaggi da 10mila euro e rivendendoli a dicembre a prezzi più alti, avrebbe incassato un bonus di 3mila euro.

Tra le vittime anche una famiglia che ha investito quasi 70mila euro in pacchetti viaggio, pur di fare assumere il figlio nell’attività. L’unica soluzione per evitare la prescrizione potrebbe arrivare con un intervento del presidente del Tribunale, Ambrogio Ceron. «Chiediamo al presidente di prendersi carico del procedimento Assoquattro o di assegnarlo a un giudice che sicuramente resterà a Lodi nei prossimi mesi - spiegano gli avvocati Sonia Canevisio e Fabio Gorla -. Faremo un’istanza al presidente Ceron per cercare che questo processo arrivi a sentenza».