Codogno, cinque medici no-vax nell’ospedale del paziente uno

Giro di vite di Ats per scovare i camici bianchi cha rifiutano il vaccino. Tra questi, i sindacalisti della Fisi

Manifestazione no vax

Manifestazione no vax

Lodi -  Al via i controlli per scoprire medici, infermieri e operatori sanitari non ancora vaccinati. L’Ats della Città metropolitana sta cercando di capire chi continua a non rispettare l’obbligo dell’iniezione anti-Covid. Nelle province di Milano e Lodi (territori di competenza dell’Ats di Milano) sono oltre un migliaio i medici, infermieri e operatori non ancora vaccinati che hanno ricevuto una lettera di sollecito da parte dell’ente a effettuare il ciclo vaccinale entro un mese. Sapere quanti siano i dipendenti dell’Asst di Lodi non ancora vaccinati non è semplice. Nell’ultimo dato aggiornato a inizio aprile su oltre 2mila dipendenti erano circa 200 (il 10%) quelli che non si erano nemmeno prenotati per ricevere una dose. Nel Lodigiano non sarebbero molti i medici coinvolti. Ma tra questi, secondo i sindacati, ci sarebbero anche quattro o cinque medici che lavorano nell’ospedale di Codogno, primo presidio a chiudere il 20 febbraio 2020 dopo la scoperta del primo caso di Covid in Europa.

«In base a quanto ci risulta ci sono quattro o cinque medici dell’ospedale di Codogno che non si sono ancora vaccinati per motivi personali o di scelta", spiega il sindacalista Confsal Lodi Stefano Lazzarini, che da quasi un mese sta portando avanti lo sciopero della fame per chiedere all’Asst di Lodi di garantire maggiori tutele ai lavoratori dei quattro presidi ospedalieri lodigiani. A tutto questo si aggiungono le incognite legate al ricorso al Tar promosso da alcuni operatori (l‘udienza è prevista in autunno) ma che non blocca in alcun modo le procedure da parte delle Ats. La direzione generale Welfare della Regione, infatti, sarebbe pronta a chiedere un’accelerata. Non senza preoccupazione degli ospedali, che perderebbero una pur piccola parte della forza lavoro nel periodo estivo. Tra i contrari all’obbligo vaccinale ci sono i rappresentanti della Fisi. Per voce del segretario Gianfranco Bignamini, ex infermiere proprio all’ospedale di Codogno, arriva infatti l’allarme sul rischio di svuotamento dei reparti per effetto della norma nazionale. 

Ma almeno per ora l’impatto sugli ospedali è limitato: "Siamo contrari all’obbligo vaccinale. Anche l’ultimatum dell’Ats della Città metropolitana a mio parere non porterà nessun risultato. Tra il personale che ha scelto di non sottoporsi all’iniezione anti-Covid ci sono anche infermieri e operatori che hanno problemi di salute e che giustamente hanno paura a vaccinarsi. E che per questo motivo, prima di sottoporsi all’inoculazione, dovranno per forza effettuare esami aggiuntivi che difficilmente si potranno completare nel giro di un mese".