Codogno, i sindacati: "La Maternità non aprirà più"

Organizzato un presidio di protesta

Il reparto di Ostetricia

Il reparto di Ostetricia

Codogno (Lodi) 22 aprile 2018 - «In Regione mi è stato detto in faccia chiaramente che Maternità non aprirà più. Ed è quello che forse si sentirà dire il sindaco domani nel confronto con l’assessore regionale. Questa purtroppo è la realtà che si materializzerà». Gianfranco Bignamini, segretario provinciale del sindacato Fsi Usae, non usa mezzi termini per spiegare cosa accadrà nei prossimi mesi. «Il nuovo primario non sarà destinato in pianta stabile a Codogno, ma a Lodi e quindi Codogno non sarà la sua sede principale» attacca il sindacalista.

Nei giorni scorsi, Bignamini ha promosso un esposto ai carabinieri per alcune questioni proprio legate alla Maternità di Codogno. «Ho denunciato che alcune ostetriche fanno turni di dodici ore e che le comunicazioni avvengono con messaggi, mentre, per i parti urgenti per chi arriva al Pronto Soccorso, il protocollo prevede che la gestante sia trasferita a Lodi in ambulanza e non può essere presa in carico. Così si mette in pericolo la paziente e i dipendenti stessi. Per non parlare della raffica di turni notturni di fila che devono sopportare».

Giovedì prossimo Bignamini ha promosso un presidio davanti al municipio per protestare contro il depotenziamento del nosocomio: dalle ore 18 in avanti si terrà il sit in e non è escluso che vi sia anche il colpo di scena con un blitz all’interno del consiglio comunale, previsto per le 19, per ascoltare le mozioni dei consiglieri sul tema.