Codogno, quel palazzo "prigioniero" dei faldoni

Resta un rebus il futuro dell’immobile dell’ex Giudice di Pace

Lo stabile è vuoto ormai da quattro anni

Lo stabile è vuoto ormai da quattro anni

Codogno, 8 luglio 2018 - Resta un rebus il futuro dell’immobile dell’ex Giudice di Pace, di proprietà comunale, sul quale ha messo gli occhi la Cooperativa Amicizia per estendere la propria rete di assistenza alle persone disabili. Di fatto la struttura di via Pietrasanta, chiusa ormai da alcuni anni dopo il trasferimento degli uffici a Lodi, è ancora piena di faldoni e di vecchie carte che, però, al momento, sembrano inamovibili nonostante la questine del trasloco nel capoluogo provinciale sia emersa più volte e giudicata dai più opportuna. La conferma arriva dal comune. «Abbiamo ulteriormente sollecitato Lodi di pianificare quanto prima lo sgombero degli spazi, ma non c’è stata ancora alcuna risposta positiva. Silenzio – ha sottolineato nei giorni scorsi l’assessore al patrimonio, Mara Fontanella – il problema non è di poco conto: le carte e i fascicoli giudiziari contengono dati oltremodo sensibili e dunque diventa difficile trovare un’alternativa alla presa in carico da parte degli uffici di Lodi».

Il comune potrebbe liberare gli ambienti con proprie risorse, ma non saprebbe dove stoccare i faldoni e soprattutto dovrebbe accollarsi i costi iniziali. Ipotesi non percorribile, almeno al momento. Ma se l’ex Giudice di Pace non sarà sgomberato in fretta, non potrà essere nemmeno messo in vendita, come conferma anche il comune. Eppure, da quest’anno, il fabbricato, compare tra il patrimonio da dismettere: nel piano delle alienazioni, infatti, l’immobile da 1345 metri quadrati è stato inserito nell’elenco dei beni non più strategici al costo base di 580 mila euro. Sul palazzo (che la precedente giunta di centro sinistra voleva adibire a sala conferenze ed emeroteca) c’è già un chiaro interesse della Cooperativa Amicizia, pronta a partecipare al prossimo bando di vendita e cercare di assicurarsi il fabbricato: all’interno infatti aprirebbe un’altra sezione per l’assistenza ai disabili con dieci posti letto. La nuova struttura assistenziale darebbe lavoro a circa quindici persone andando quindi ad incidere positivamente sia dal punto di vista dell’assistenza sociale che occupazionale. I progetti per il futuro dell’edificio insomma ci sono ma ancora una volta la lentezza della macchina pubblica e la burocrazia si stanno mettendo di traverso.