Codogno, chiude l'Area Covid dell'ospedale: dimesso l'ultimo paziente

Libero il reparto che accolse il primo contagiato in Italia. La lettera di Francesco Tursi, responsabile di Pneumologia: "Giornata ricca di emozione"

Medici all'ospedale di Codogno dopo la chiusura dell'area Covid

Medici all'ospedale di Codogno dopo la chiusura dell'area Covid

Codogno (Lodi) - È stata chiusa all'ospedale di Codogno l'area Covid, che vide entrare Mattia Maestriprimo paziente in Italia ammalato di coronavirus. Proprio oggi, infatti, è stato dimesso, da questa sezione, l'ultimo paziente guarito dal virus. Una giornata storica per la città di 15mila abitanti della Bassa Lodigiana diventata l'anno scorso la Wuhan italiana. Nel chiudere il reparto Covid di Codogno, il dottor Francesco Tursi, responsabile del servizio di Pneumologia e referente dell'Area Covid, ha voluto scrivere una lettera, indirizzata al direttore generale Salvatore Di Gioia, in cui il medico parla di "giorno che vivo con profonda emozione, quella stessa che voglio usare per porvi il mio grazie per l'opportunità, unica, che mi avete dato di guidare questa struttura". E ringrazia "tutti gli infermieri uno a uno (citando i loro nomi, ndr) che si sono spesi senza risparmiarsi, mettendo a rischio anche la propria vita per il bene dei nostri concittadini".

Poi i ringraziamenti ad ausiliari, operatori socio sanitari, addette alle pulizie, fisioterapisti e giovani medici. E, alla fine, il medico ringrazia anche i pazienti: "Avete condiviso con noi questo periodo così delicato della vostra vita, spero che tutti noi siamo stati in grado di essere all'altezza delle vostre aspettative. Posso solo dirvi che noi dell'Area Covid di Codogno ce l'abbiamo messa tutta. Grazie per le numerose testimonianze di affetto nei nostri confronti che ci hanno commosso e gratificato. Nulla è stato pari al volto anche solo di un paziente che avevamo aiutato a guarire, vedere nei suoi occhi battere la vita. Risalire alla vita, come lentamente tutti stiamo facendo ai margini di un momento che verrà ricordato nei libri di storia". "Sono stati - conclude il dottor Tursi - i mesi più intensi della mia vita e voi li avete resi memorabili nel mio cuore e nella mia mente".