Codogno, il gioco d’azzardo? "E' allarme"

Codogno, l’Acat ha festeggiato chi da un anno non si ubriaca più, ma ha fatto il punto dela situazione circa la piaga delle dipendenze

Dipendenza dal  gioco di azzardo

Dipendenza dal gioco di azzardo

Codogno (Lodi), 23 ottobre 2018 -  La tradizionale festa di compleanno per chi è riuscito ad uscire dal tunnel dell’alcol, organizzata dall’Acat (Associazione club alcologici territoriali) Lodigiano, è sempre l’occasione per fare il punto della situazione circa la piaga delle dipendenze, anche non solo dalla bottiglia. Sabato sera, nell’auditorium della Rsa Columbus, il presidente Andrea Tramontano ha presentato un focus sulla situazione attuale davanti alla platea di persone in trattamento, che hanno già superato brillantemente la fase di astinenza, e ad alcuni ospiti, tra cui la consigliera comunale Rosanna Montani e Francesca Musarella del Servizio territoriale per le dipendenze di Lodi.

Proprio il Sert, nel 2017 ha preso in carico 302 persone finite nella morsa dell’alcolismo e 73 terminate nel gorgo del gioco patologico. L’Acat, durante l’anno in corso, ha svolto un’importante attività di sensibilizzazione nelle scuole del territorio (istituto Einaudi e Villa Igea di Lodi, professionale Ambrosoli e Calamandrei a Codogno). «Nel corso degli interventi abbiamo riscontrato diverse situazioni a rischio e, a differenza degli anni precedenti, c’è stata una maggiore interazione con i ragazzi soprattutto alla fine degli incontri – ha spiegato Tramontano che più volte ha ribadito che l’età di chi beve è drammaticamente bassa –. Non necessariamente si è riscontrato l’uso e abuso di alcool, ma si sono rilevate situazioni di forte disagio all’interno dei nuclei familiari di origine dei ragazzi con la presenza di alcolisti che creano forte stress e che interferiscono con l’andamento scolastico generale». Per le dipendenze dal gioco d’azzardo, problema che sta crescendo in maniera vertiginosa anche in città, però, «non ci sono ancora le condizioni socio ambientali per prevedere gruppi separati per dipendenza», spiega il presidente. «In futuro si potrebbe pensare a persone appositamente formate per il gioco d’azzardo anche perché sono notevoli le analogie con la dipendenza alcologica e il problema del gioco è al centro dell’attenzione delle autorità sanitarie e non solo già da qualche anno» ha concluso Tramontano.