Chef lodigiano ucciso negli Usa. Si avvicina l’ora del verdetto

Casalpusterlengo, il 26 ottobre l’escort sarà davanti ai giudici. Intanto il complice Lescano si dice innocente per lo spaccio

Andrea Zamperoni lavorava al Cipriani Dolci di New York. Fu ucciso nell’agosto 2019

Andrea Zamperoni lavorava al Cipriani Dolci di New York. Fu ucciso nell’agosto 2019

Casalpusterlengo (Lodi) - Il 26 ottobre si terrà l’udienza che chiuderà la vicenda giudiziaria sulla morte di Andrea Zamperoni, lo chef lodigiano che lavorava al Cipriani Dolci di New York. Quel giorno la femme fatale Angelina Barini, 43 anni, la escort italocanadese accusata di aver somministrato con l’inganno il 18 agosto 2019 una dose di Gbl (la droga dello stupro) al 33enne di Casalpusterlengo, uccidendolo, dovrà tornare per l’ultima volta davanti ai giudici della Corte federale di Brooklyn per discutere il patteggiamento (formula che negli Stati Uniti è possibile anche per i reati più gravi).

La donna, che ad agosto si è dichiarata colpevole della morte di Zamperoni e di altre due persone, rischia l’ergastolo. Non sembra intenzionato ad ammettere le proprie colpe, invece, Leslie Lescano, il 45enne altro imputato del caso dello chef, accusato di essere il pusher della Barini. L’uomo, in carcere dallo scorso febbraio, è tornato mercoledì in aula, e ha scelto di non dichiararsi colpevole per spaccio di sostanze stupefacenti. Una scelta processuale che rischia di metterlo ancora di più nei guai. 

Secondo le prove raccolte dall’Fbi, il 18 agosto 2019, giorno della scomparsa di Zamperoni, Lescano e Barini si erano recati insieme in un motel del Queens, poi lei era uscita tornando poco prima delle cinque del mattino con lo chef mentre lui era rimasto nascosto nel bagno. Dopo che il cuoco aveva perso i sensi sul pavimento, Lescano aveva preso la sua carta di credito ed era andato in un market a comprare oggetti e cibo per Barini. Poi si era diretto al casinò, dove aveva cercato di prelevare i soldi dalla carta dello chef. Nel frattempo, il corpo di Zamperoni era ancora nella stanza del motel. Fino al 21 agosto 2019 quando gli agenti avevano bussato alla porta di Barini sentendo "un forte odore di cadavere misto a incenso". A questa vicenda si aggiungono altri reati contestati alla Barini. Tra luglio e agosto 2019, la escort avrebbe fornito narcotici alle sue vittime mentre si prostituiva. In più occasioni, quei narcotici contenevano dosi letali di fentanyl. Il primo caso l’11 luglio 2019. L’ultimo il 5 agosto 2019, appena dieci giorni prima dell’appuntamento con lo chef lodigiano.