Chef lodigiano morto a New York, il fascicolo a Roma: verità lontana

Sarà ora la Procura della capitale a occuparsi del l’omicidio del 33enne. Andrea Zamperoni. L’unica imputata resta la escort Angelina Barini

Andrea Zamperoni morto a 33 anni

Andrea Zamperoni morto a 33 anni

Casalpusterlengo (Lodi), 23 giugno 2020 - A seguire il caso dello chef lodigiano morto a New York ora è la Procura di Roma. I pm guidati dal procuratore capo Michele Prestipino Giarritta hanno aperto un fascicolo per seguire il processo che è in corso davanti alla Corte federale di Brooklyn sulla vicenda del 33enne Andrea Zamperoni, originario di Casalpusterlengo, che lavorava da Cipriani Dolci a Manhattan, trovato senza vita il 18 agosto scorso in un motel del Queens e che sarebbe stato ucciso dalla escort italocanadese Angelina Barini di 41 anni, accusata di avergli somministrato un cocktail mortale di ecstasy liquida e Fentanyl per derubarlo. La donna, arrestata dalla polizia il 21 agosto mentre cercava di sbarazzarsi del cadavere del 33enne, è al momento l’unica imputata al processo iniziato a novembre e fermo dal 21 gennaio per l’emergenza sanitaria legata al coronavirus.

Ora attraverso la rogatoria internazionale i magistrati italiani potranno chiedere qualsiasi informazione per quanto riguarda il caso ai colleghi newyorkesi. La prima Procura ad aprire un fascicolo subito dopo la scomparsa di Zamperoni era stata quella di Lodi, poi il caso è passato agli uffici di Roma per competenza trattandosi di un reato in danno a un cittadino italiano all’estero. Lo stesso infatti è avvenuto per il caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano morto al Cairo nel 2016, e per Silvia Romano, la cooperante internazionale liberata dopo 18 mesi di prigionia in Somalia a inizio maggio. "L’emergenza coronavirus ha fermato tutto - spiega l’avvocato Antonio Secci di Sassari, che ha seguito fino a pochi mesi fa la vicenda dello chef lodigiano -. Nell’ultima udienza di gennaio il prosecutor aveva chiesto al giudice un po’ di tempo per portare nuove accuse in aula nei confronti della Barini".

La sera della scomparsa dello chef lodigiano, Barini è stata ripresa più volte dalle telecamere all’esterno del motel Kamway Lodge. Sia mentre entrava con lo chef che tre giorni dopo nell’atto di portare all’interno un bidone della spazzatura. Lo stesso in cui gli agenti hanno trovato il corpo di Zamperoni già chiuso dentro un sacco. Nella stanza erano stati rinvenuti anche una sega elettrica, candeggina e una valigia. La Barini, questo il castello accusatorio, aveva deciso con i suoi complici di fare sparire il corpo. Ma i complici non sono mai stati trovati. Per l’accusa le vittime della prostituta, già arrestata in precedenza 23 volte per altri reati, sarebbero almeno cinque: la donna infatti, se riconosciuta la serialità, rischia accuse molto pesanti per aver provocato l’overdose di altri quattro clienti, sempre con una dose letale di Fentanyl. La donna di fronte al giudice Brian Cogan della Brooklyn Federal Court e al prosecutor Sounma Dayananda è già apparsa due volte e si è sempre proclamata innocente.