Chef lodigiano morto a New York, l’ora della verità: "Andrea è stato ucciso"

La escort dell’ultima notte compare in aula. L’avvocato della famiglia: "Non è omicidio colposo, l’accusa sia la più grave"

Andrea Zamperoni

Andrea Zamperoni

Lodi, 15 novembre 2019 - «Chiediamo che sia fatta giustizia per Andrea». Queste le parole dell’avvocato Antonio Secci, con studio a Sassari e a Milano, che da fine agosto è stato incaricato dalla famiglia Zamperoni di occuparsi della morte a New York del figlio Andrea, che lavorava come chef al Cipriani Dolci. Il 21 novembre il legale sarà alla corte federale di Brooklyn per la prima udienza del processo a carico di Angelina Barini, la prostituta italocanadese di 41 anni coinvolta nell’omicidio del 33enne lodigiano.

A uccidere Zamperoni, la notte del 18 agosto, è stato un cocktail letale di Ghb (ecstasy liquida, conosciuta anche come droga dello stupro), cocaina e alcol, dopo una notte passata con la Barini nella stanza 15 di uno squallido motel nel quartiere Queens. La donna, che dal 23 agosto è rinchiusa nel carcere federale di Brooklyn, è accusata di aver somministrato il mix di stupefacenti a quattro suoi clienti. Tra le accuse per il momento c’è solo quella di spaccio di sostanze stupefacenti, ma non di omicidio. Il sistema americano infatti, a differenza di quello italiano, non prevede l’ipotesi di omicidio preterintenzionale, la fattispecie ipotizata quando la morte avviene in conseguenza di percosse o lesioni personali volontariamente inferte ma non con l’intenzione di uccidere. La preoccupazione dell’avvocato della famiglia Zamperoni è che per la prostituta italocanadese possa configurarsi al massimo un’accusa di omicidio colposo, l’ipotesi in cui la morte è conseguenza di una condotta imprudente o negligente. Il capo d’imputazione però verrà reso pubblico in aula soltanto il 21 novembre. «Saremo vicini al procuratore durante il processo - assicura l’avvocato Secci -, ma non potremo intervenire in udienza perché nel codice penale degli Stati Uniti non è prevista la parte civile. Potremo infatti chiedere il risarcimento danni solo a sentenza definitiva. Per noi la donna è colpevole e ci sono tante prove che la inchiodano: lotteremo per ottenere le più forti delle accuse per la donna che ha ucciso Andrea». 

Prosegue intanto la fase investigativa seguita dagli agenti del Fbi. Gli inquirenti stanno ricostruendo la rete dei complici della prostituta. Vogliono anche passare al setaccio le ultime ore dello chef lodigiano dal momento dell’incontro con Barini al decesso. Angelina Barini, in carcere di Brooklyn da fine agosto, continua a sostenere di essere innocente e scarica sul complice che l’avrebbe obbligata a uccidere le vittime. Alcuni punti oscuri restano sulle sostanze stupefacenti utilizzate e sul luogo di incontro tra Zamperoni e la Barini. «Il fascicolo è passato agli agenti dell’Fbi - dice ancora l’avvocato Secci -. Sono convinto che l’accusa ha in mano molti più elementi rispetto a quelli che sono emersi finora». A inchiodare Barini sono le telecamere della videosorveglianza che tra il 18 e il 21 agosto la vedono arrivare al motel insieme allo chef e uscire più volte dalla stanza senza però Zamperoni, che evidentemente era già morto. Nella stanza sono stati trovati cellulari, la carta di credito di Andrea, una pipa di vetro usata per fumare droga e una sega elettrica, candeggina e una valigia vuota.