Chef lodigiano ucciso a New York, Zamperoni vittima numero quattro

Angelina Barini è stata accusata anche della morte di un pensionato

Andrea Zamperoni faceva il cuoco a New York

Andrea Zamperoni faceva il cuoco a New York

Lodi, 12 ottobre 2019 - Tra le sue vittime ci sarebbe anche un impiegato delle poste in pensione. Si aggrava la posizione di Angelina Barini, la prostituta italocanadese di 41 anni in carcere per l’omicidio dello chef lodigiano Andrea Zamperoni ucciso da un cocktail letale di Ghb (ecstasy liquida, conosciuta anche come droga dello stupro), cocaina e alcol, la notte del 18 agosto nella stanza 15 di uno squallido motel nel quartiere Queens. Giovedì davanti alla corte federale di Brooklyn, la donna è stata accusata di aver dato fentanyl, metanfetamine e cocaina a un sessantenne del Queens che il 5 agosto è stato trovato senza vita nel suo appartamento nel quartiere di College Point a New York. Barini, che è in cella dalla fine di agosto, in lacrime davanti al giudice, si è dichiarata innocente anche per questo caso. «Stiamo lavorando per dimostrare che è responsabile delle morti per overdose di oppiacei», ha assicurato il magistrato americano al termine dell’udienza.

La prostituta 41enne, detenuta 83762-053 del Metropolitan Detention Center di Brooklyn, continua a dichiararsi innocente nonostante le pesanti accuse per aver causato la morte per overdose in altri tre casi. A inchiodare Barini sulla morte dello chef originario di Zorlesco sono le telecamere della videosorveglianza che la vedono arrivare al motel insieme allo chef lodigiano. La donna viene ripresa di nuovo alle 13.30, quando esce e trascina in camera un bidone della spazzatura recuperato nel vialetto. Tra quel momento e il 21 agosto, giorno in cui il corpo dello chef viene ritrovato, altra gente va e viene dalla stanza, ma non Zamperoni, che evidentemente era già morto ed è stato poi ritrovato avvolto in un tappeto. Nella stanza cellulari, la carta di credito di Andrea, una pipa di vetro usata per fumare droga, e – particolare agghiacciante – una sega elettrica, candeggina e una valigia vuota.

Afar scattare l’intervento delle forze dell’ordine al motel era stata una telefonata anonima che segnalava qualcosa di sospetto in una delle stanze dello stabile. All’arrivo della polizia, nella stanza c’era però solo Angelina Barini. Nessuna traccia dei complici che da oltre un mese hanno fatto perdere le tracce. Quel che è certo è che lei e i suoi complici avevano già ucciso almeno, si legge nel rapporto dell’agente della Homeland security Joshua Futter, altre due persone in circostanze simili (e altri due casi sono ancora da verificare). E ancora sono le telecamere a provarlo: il 4 luglio si vede Barini lasciare l’Airway Inn, un motel dell’aeroporto La Guardia, circa 90 minuti prima del ritrovamento del corpo di Jesus Rosario, 51 anni, morto «per acuta intossicazione dovuta all’effetto combinato di alcol, metanfetamine, cocaina e fentanyl». Stessa cosa l’11 luglio, quando il 28enne Jean-Alessander Silvero muore al Crown Motel Inn dopo aver sniffato tre piste di droga fornitegli dalla prostituta.