Lodi, Cattedrale vegetale: si attende la perizia sui crolli

Gli sponsor revocano i contributi

Mario Quadraroli, Francesca Regorda e Adele Burinato

Mario Quadraroli, Francesca Regorda e Adele Burinato

Lodi, 12 aprile 2019 - Dal taglio del nastro alle carte bollate. Dopo appena 24 mesi (inaugurata il 23 aprile 2017) la Cattedrale vegetale non esiste più. L’opera realizzata postuma sul progetto dell’artista lodigiano Giuliano Mauri, devastata negli ultimi mesi dal vento (solo una trentina delle 108 colonne lignee hanno resistito), verrà rasa al suolo secondo le indicazioni della Giunta Casanova. La vicenda però non si chiuderà con l’abbattimento. Il Broletto ha infatti già stanziato 7mila euro per affidare a un avvocato la difesa degli interessi del Comune in tribunale.

Intanto gli eredi dell’artista Mauri stanno alla finestra e attendono altre mosse dell’amministrazione. All’incontro che si è tenuto in sala Granata davanti a una cinquantina di persone (in prima fila il vicesindaco Lorenzo Maggi), l’associazione Mauri ha assicurato di non aver ancora intrapreso iniziative per difendere l’immagine dell’artista.

Alla serata, vicino alla nipote di Mauri, Francesca Regorda, però c’era anche l’avvocato Adele Burinato che è spesso intervenuta spiegare la posizione della famiglia: «Non abbiamo nessuna cognizione tecnica specifica per formulare ipotesi sui crolli. La perizia tecnica che il Comune ha effettuato sul sottosuolo non è in nostro possesso. Valuteremo, una volta resa nota la perizia, se effettuarne un’altra. Per il momento siamo amareggiati».

Sui crolli è intervenuta anche la curatrice dell’opera. «Le opere di Mauri non sono statiche ma seguono il ciclo della vita – sottolinea Francesca Regorda – Le opere di Mauri però hanno bisogno di manutenzione con cere particolari, olii e mordenti. Non sappiamo se verrà ricostruita e se verrà fatto a Lodi. Di sicuro chiederemo garanzie».

Da capire ora anche i risvolti economici. La Cattedrale vegetale è costata quasi 300mila euro, di cui 125mila dalla Regione Lombardia. Se la Regione resta in silenzio, la Fondazione Bpl ha revocato il contributo di 17mila euro al Broletto riservandosi di valutare la richiesta di restituzione dei 40mila euro già erogati.