Lodi, cattedrale vegetale abbandonata

La figlia di Mauri: nessuno fa manutenzione

Operai al lavoro

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Lodi, 6 ottobre 2018 - «Sappiamo che la sindaca Sara Casanova ha firmato un’ordinanza di chiusura dell’area e si è data 60 giorni di tempo per valutare la situazione della cattedrale vegetale. Ma il fungo che è diffuso tra le 108 colonne e ne ha già minate tre alla base, poi rimosse, agisce velocemente».

Ieri Simona Mauri, figlia di Giuliano Mauri (1938-2009) e presidente dell’associazione che porta il nome dell’artista dell’“art in nature”, e Adele Burinato, avvocata e socia, si dicono preoccupate rispetto a un intervento che potrebbe essere tardivo: «Sin dai primi incontri con l’ex assessore Andrea Ferrari, prima ancora che l’opera venisse realizzata, sino a quelli col vicesindaco Lorenzo Maggi, le uniche due figure che si sono interessate, come associazione abbiamo sempre sottolineato che la cattedrale vegetale necessita di manutenzione costante – rimarca Simona Mauri –. Avevamo avvisato che il legno, come da indicazioni scritte dell’artista, andava trattato con un olio impregnante e le colonne legate con tondini in ferro. Se in questi due anni e mezzo lo avessero fatto, il fungo che oggi riduce il legno in polvere non avrebbe attecchito, si sarebbero evitati i crolli. Ora il costo per la sostituzione delle colonne cadute sarà maggiore. Non solo, le punte più alte delle colonne, senza “flatting” si sono seccate: alla prima nevicata si spezzeranno. La prima cattedrale “Arte Sella” (a Borgo Valsugana, ndr) che ora ha 17 anni e fa 185mila visitatori paganti l’anno, ebbe un naturale cedimento dopo solo sei mesi: ma la manutenzione fu costante, e oggi sono cresciute, come previsto, le querce».

Invece dieci giorni fa due colonne a Lodi si sono inclinate mentre una troupe girava un video e l’associazione ha dovuto dire no ieri a 400 studenti di Milano che volevano venire qui per una performance artistica. «La cattedrale vegetale è un’opera d’arte su cui hanno investito anche la Fondazione Bpl e dei privati, non un parchetto – rimarcano Mauri e Burinato –: ma all’ufficio tecnico, nei tanti incontri, veniamo trattate con sufficienza. Era pure stata firmata una lettera d’intenti: si doveva arrivare alla firma di un protocollo ma l’ultima riunione è stata un anno fa. Inoltre si era ipotizzato un archivio Mauri, chiestoci anche da Trento e Brescia, in piazza Broletto. Gli studenti del Politecnico avevano pure ideato degli info point “naturali” alla cattedrale. Ma di tutto questo, niente, neppure un video che spieghi le opere dell’artista».