L'attore Manni incanta Castelgerundo: passi di Dante sul drago Tarantasio

Tutto esaurito per la seconda tappa dei tre spettacoli proposti a 700 anni dalla morte del letterato

Tutto esaurito

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Castelgerundo (Lodi), 26 luglio 2021-Dante arrivò nel Lodigiano? Forse sì. E’ l’intrigante messaggio culturale passato, in un silenzio etereo, a Castelgerundo. L'ex monastero dei Servi di Maria ha infatti ospitato la seconda tappa del triplo spettacolo, firmato dall’attore Mino Manni, che propone letture su Dante Alighieri nel Basso Lodigiano. L’iniziativa è nata a 700 anni dalla morte del letterato ed è stata arricchita da coinvolgenti intermezzi musicali. Al folto pubblico presente è stato infatti spiegato che Dante citò lo storico ed ex lago Gerundo lodigiano proprio tra i versi della Divina Commedia. Nessuna location, quindi, poteva essere migliore di Castelgerundo per incantare il pubblico con 'Salita al purgatorio'.

Il sindaco Daniele Saltarelli

L’idea di portare, nei paesi che furono coste di questo specchio d’acqua, il progetto “Sulle rive del Gerundo. Dante: il viaggio dell’anima”, inserito nella rassegna della Provincia di Lodi “Il Lodigiano e i suoi tesori”, è stata portata avanti dall'amministrazione comunale di Castelgerundo, dove è sindaco Daniele Saltarellli, insieme ai Comuni di Maleo (paese in cui è partito tutto) e Castiglione. Il 28 agosto ci sarà l'ultima tappa della triade in piazza Incoronata a Castiglione, dove andrà in scena “Ascesa in paradiso”. La prima era stata: ‘Discesa all'inferno', proposta in villa Trecchi a Maleo (dove la vegetazione ricordava la “selva oscura” dantesca).

Lo spettacolo

Nel verso 80 del Purgatorio, che dice, 'La vipera che Melanesi accampa' (vuol dire «lo stemma (una biscia che divora un saraceno) che fa accampare i Milanesi») si parla invece del leggendario Drago lodigiano Tarantasio:”Chi può dire se Dante, esiliato nel suo "peregrinar" verso Verona o Mantova, non sia giunto anche qui? Quel che è certo è che ben conosceva i costumi e la cultura del nostro territorio lombardo, come si evince dal canto VIII del Purgatorio. Con chiaro riferimento all’insegna viscontea del Biscione, che si può intendere come trasposizione araldica del leggendario Drago Tarantasio, icona scelta come logo identificativo del Comune di Castelgerundo _ ha spiegato il sindaco Daniele Saltarelli supportato da Manni _. La lettura di questo canto, finale del viaggio nel secondo regno dantesco, intende omaggiare le radici storiche e letterarie di due realtà millenarie, Camairago e Cavacurta e dei suoi cittadini. Ex paesi che, a seguito della fusione, sono legate in una nuova realtà, il comune di Castelgerundo”. Saltarelli ha ribadito:”Per la creazione di un’identità, abbiamo pensato di realizzare un logo nuovo, originale e d’impatto visivo. Ma con confini entro i quali il cittadino potesse attingere le proprie radici e riscoprirsi parte integrante di una neonata comunità _ e la sottolineatura _. Elemento di raccordo tra passato presente e futuro è, appunto, il Drago Tarantasio che, con la sua coda a forma simbolo matematico, è teso a rappresentare nell’intreccio le due realtà millenarie, ora unite per un tempo infinito. Perché, come disse Roland Barthes, «non esiste, non è mai esistito un popolo senza i suoi racconti»” ha concluso Saltarelli. Paola Arensi