Mense a ostacoli, Lodi fa dietrofront

La Giunta leghista rinuncia alle regole bocciate dal giudice. Subito sospese, poi il ricorso

SETTEMBRE 2018: IL CASO MENSE A LODI

SETTEMBRE 2018: IL CASO MENSE A LODI

Lodi, 20 dicembre 2018 - Una decisione presa sul filo di lana. A 24 ore dal Consiglio comunale che si terrà oggi alle 18.30 a Palazzo Broletto, la Giunta guidata dal sindaco leghista Sara Casanova ha annunciato la volontà di fare un passo indietro sul “caso mense”. Prima, però, è servita una lunga riunione di Giunta, nella quale non sono mancate tensioni tra i due gruppi Lega-Fratelli d’Italia e i civici legali al vicesindaco Lorenzo Maggi. Ma alla fine l’amministrazione comunale di centrodestra, che a Lodi governa da giugno 2017, ha deciso di modificare il Regolamento per l’accesso alle prestazioni agevolate dichiarato «discriminatorio» dal tribunale civile di Milano. Si tratta di un passaggio che il Comune è obbligato a fare dopo la sentenza che il giudice Nicola Di Plotti ha depositato una settimana fa e che ha dato ragione alle associazioni ricorrenti Asgi e Naga, chiedendo di riconoscere i diritti delle famiglie di extracomunitari coinvolte. Il Comune dovrà modificare gli articoli 8 e 17 del Regolamento ed eliminare le Linee guida, riportando il documento al 4 ottobre 2017 (data del Consiglio che ha dato il via libera al nuovo Regolamento) in modo da consentire ai cittadini non appartenenti all’Unione europea di presentare la domanda mediante la normale attestazione del reddito Isee alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani ed europei in generale.

La Giunta Casanova però ha anche deciso di presentare il ricorso in appello alla sentenza di primo grado depositata il 13 dicembre. «Sono felice della decisione presa dall’amministrazione comunale – dichiara il consigliere della lista di sinistra 110&Lodi, Stefano Caserini –. Credo però che è davvero una scelta suicida quella di presentare il ricorso in appello dopo una sentenza così schiacciante. A questo punto chiedo che le spese del ricorso non siano a carico dell’ente comunale e quindi sulle tasche dei lodigiani. I cittadini hanno già pagato abbastanza. Ora siano gli assessori guidati dal sindaco Sara Casanova a pagare il ricorso di tasca propria». Da settembre al 13 dicembre oltre 220 bambini figli di extracomunitari sono stati costretti a pagare la tariffa massima per l’accesso ai servizi di mensa scolastica e scuolabus, perché obbligati dalle norme municipali a presentare documenti sul proprio stato patrimoniale nei Paesi d’origine. Il caso era esploso nei primi giorni di apertura delle scuole alcune famiglie legate all’associazione islamica Al Rhama avevano deciso di non mandare i loro bambini a scuola per tre giorni per protesta, e che aveva provocato il ritiro dalle mense di 220 bambini stranieri essendo impossibilitate le loro famiglie a pagare 5 euro al giorno per il ticket mensa. Solo l’intervento del Coordinamento Uguali Doveri, che ha raccolto oltre 160mila euro di donazioni da tutta Italia (ancora da decidere cosa verrà fatto con i soldi raccolti), ha permesso di sostenere le tariffe di mensa e scuolabus per i bambini coinvolti.