Caso mense a Lodi: la discriminazione c'è/ VIDEO

Il giudice boccia le regole sugli stranieri: "Sono illegittime"

Caso mense a Lodi

Caso mense a Lodi

Lodi, 14 dicembre 2018 - Una sentenza pesante. Il regolamento per l’accesso alle prestazioni agevolate del Comune di Lodi è «discriminatorio». A dirlo, per la prima volta in Italia, è un giudice. Il tribunale civile di Milano che ha dichiarato «illegittimo» il trattamento della Giunta leghista di Lodi, guidata dal sindaco Sara Casanova, in atto nei confronti di oltre un centinaio di famiglie di extracomunitari residenti in città. Da settembre a ieri, infatti, oltre 220 bambini figli di stranieri sono stati costretti a pagare la tariffa massima per l’accesso ai servizi di mensa scolastica e scuolabus, perché obbligati dalle norme municipali a presentare documenti sul proprio stato patrimoniale nei Paesi d’origine.

Il giudice di Milano, Nicola Di Plotti, ha depositato la sentenza a oltre un mese dal ricorso collettivo presentato dalle associazioni Asgi e Naga, chiedendo di riconoscere i diritti delle famiglie coinvolte. Sul tema più scottante degli ultimi mesi a Lodi, e che ha fatto discutere in Italia e all’estero, il tribunale milanese ieri ha ordinato al Comune di modificare il regolamento in modo da consentire ai cittadini non appartenenti all’Unione Europea di presentare la domanda mediante la normale attestazione del reddito Isee alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e europei in generale. L’amministrazione di centrodestra dovrà farlo nel più breve tempo possibile. Si tratta di una grande e piena vittoria di Asgi, Naga e dei consiglieri comunali che hanno promosso il ricorso, insieme al Coordinamento Uguali doveri, il gruppo che ha raccolto oltre 160mila euro di donazioni da tutta Italia, che negli ultimi tre mesi hanno condotto una lunga battaglia.

«Siamo sempre stati convinti dell’illegittimità della norma – spiega l’avvocato Alberto Guariso, che ha rappresentato in aula le associazioni –. Per tutti i cittadini, italiani e stranieri, deve bastare l’Isee. A dirlo è la legge. Non è possibile chiedere una documentazione diversa. È una vittoria importante che crea un precedente dopo tante discussioni e polemiche». «Come Lega non cambiamo idea e andiamo avanti ad appoggiare la norma di buon senso varata dal Comune di Lodi che semplicemente chiede ai cittadini extracomunitari di dimostrare con un atto certificato dal loro Stato di provenienza di non possedere beni immobili», dice il segretario lombardo Paolo Grimoldi. Da sinistra, esultanza per la sentenza. Per l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, è «una vittoria contro la discriminazione». Alessia Rotta, vicepresidente dei deputati Pd invita «chi fomenta l’odio a chiedere scusa».