ArchiveGiallo nel Po, affiora un cadavere decapitato: si tratterebbe di Stefano Barilli

Giallo nel Po, affiora un cadavere decapitato: si tratterebbe di Stefano Barilli

Il 23enne piacentino era sparito a febbraio, il suo caso si era intrecciato con quello di Alessandro Venturelli: le loro famiglie sospettano che i due siano finiti in una psico-setta

Gli investigatori sul posto

Gli investigatori sul posto

Caselle Landi (Lodi), 17 aprile 2021 - Un cadavere decapitato è riaffiorato attorno a mezzogiorno nel fiume Po in territorio di Caselle Landi: si tratterebbe di un giovane. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Casalpusterlengo e del comando di Cremona oltre ai carabinieri. Era presente anche il sostituto procuratore di Lodi sara Zinone. Il corpo è stato riportato sulla riva con l'ausilio del gommone dei pompieri. Ora si sta cercando di far luce sull’episodio e sul fatto che il corpo sia stato trovato senza testa.

Stando alla prima ricostruzione, si tratterebbe di Stefano Barilli, il piacentino di 23 anni scomparso l'8 febbraio e la cui sparizione si è intrecciata con quella di Alessandro Venturelli, 20 anni, di Sassuolo, di cui si sono perse le tracce a dicembre 2020. I due giovani non si conoscevano ma i loro casi sono diventati un unico mistero. Le loro famiglie infatti sono convinte che i due siano finiti in una sorta di organizzazione, una psico-setta. A supportare i sospetti, una foto scattata sempre a febbraio che sembrava ritrarli insieme in stazione centrale. Della vicenda si è occupato a lungo Chi l'ha visto?. La pista della foto, tuttavia, si era poi rivelata errata perché sempre durante una puntata di Chi l'ha visto? aveva spiegato di essere lui - insieme a un amico - il ragazzo ritratto nella foto. Ora un'altra svolta, con il ritrovamento del cadavere del 23enne, che però sembra non risolvere nulla e anzi aprire interrogativi ancora più grandi. 

I due fotografati in Centrale
I due fotografati in Centrale

Il corpo di Stefano è stato ritrovato a circa due chilometri dall'argine maestro, località Punte, a circa dieci metri dalla riva, impigliato a ramaglie. E' stato un pescatore ad avvistare quello che all'inizio gli è sembrato un sacco nero. Infatti il ragazzo aveva indosso abbigliamento nero: dal giubbotto, ai pantaloni alle calze, fino le scarpe. L'identificazione è stata possibile perché in tasca aveva i documenti. Non solo, nel giubbino c'era anche un biglietto in cui il ragazzo annunciava il gesto estremo. Lunedì verrà effettuata l'autopsia per capire cos'è successo al ragazzo.