Caselle Lurani, accusato di aver ucciso il coinquilino: no alla scarcerazione

Ebrahim Hydara resta in cella. Ora si attende l’esito delle indagini dei Ris

I rilievi della Scientifica

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Caselle Lurani (Lodi) - Rimane in carcere Ebrahim Hydara. Il Tribunale del Riesame di Milano ha rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dagli avvocati Enrico Cortesi e Elisa Albini, difensori del 25enne originario del Gambia accusato di aver ucciso il suo coinquilino, il 45enne romeno Adrian Mihaes, la notte tra il 28 e il 29 luglio scorsi. Il provvedimento è stato notificato ieri ai legali, ad una settimana esatta dalla presentazione dell’istanza. "Resta in carcere fino a che non ci sia una nuova presentazione di richiesta di scarcerazione, ma a questo punto aspetto l’esito delle indagini, alla fine di settembre dovrebbero arrivare l’esito dell’indagine dei Ris, quello sarà sicuramente dirimente" spiega l’avvocato Cortesi.

Ebrahim Hydara aveva chiesto di essere nuovamente sentito dal pm, per ribadire la sua innocenza, interrogatorio che si è svolto il 9 settembre scorso. "Io non l’ho sentito, di sicuro ci sarà rimasto male, quando l’ho visto l’ultima volta gli ho spiegato tutte le difficoltà del caso, e prima di lasciarci mi ha detto "avvocato io voglio uscire". Quasi mi è parso che non si rendesse conto della gravità di quello che gli contestano" spiega il legale. Fondamentale a questo punto quindi attendere la perizia scientifica per rispondere ai tanti interrogativi ancora aperti, partendo da quello che è accaduto quella notte, la dinamica con cui si sono svolti i fatti e quanto accaduto nei momenti immediatamente successivi. Ebrahim, secondo l’accusa, avrebbe avuto una discussione col coinquilino, al culmine della quale lo avrebbe colpito a morte con un fendente alla gola.

"Hanno trovato un taglierino nella camera, o meglio un pezzo di lama spezzato, come se nel colpirlo si fosse rotta. La plastica è stata trovata da un’altra parte" afferma il legale. Il 25enne si sarebbe poi allontanato dall’abitazione per ritornare la mattina dopo. Ebrahim Hydara si è però sempre professato innocente, affermando che lui si era allontanato dall’appartamento, ma prima dell’omicidio, rimasto chiuso fuori di casa dal proprietario dell’abitazione, avrebbe trascorso la notte su una panchina in un parco. All’appartamento al civico 4 di via Borsellino sarebbe tornato la mattina successiva, dopo aver incontrato due amiche che gli hanno detto quanto accaduto e che lo stavano cercando. Per gli inquirenti invece il 25enne avrebbe lasciato l’abitazione in modo improvviso, lanciandosi dal balcone sul retro praticamente all’arrivo dei militari. Per diverse ore era stato cercato nelle zone intorno alla palazzina, fino al suo rientro. Da lì l’interrogatorio in caserma e alla fine l’arresto e il trasferimento nel carcere di Lodi dove si trova da allora.