Casaletto, sparò e uccise ladro: "Io sono un oste, non un killer"

Inizia il processo per il ristoratore che uccise il ladro: "Un calvario"

Mario Cattaneo davanti al tribunale

Mario Cattaneo davanti al tribunale

Lodi, 27 settembre 2018 - In Tribunale a Lodi si è presentato con quasi un’ora di anticipo. Ha abbandonato per poche ore il grembiule nella sua cucina all’osteria dei Amis di Gugnano, piccola frazione di Casaletto Lodigiano, per assistere alla prima udienza del processo che lo vede imputato per eccesso colposo di legittima difesa. Mario Cattaneo, 68 anni, la notte tra il 9 e il 10 marzo del 2017 uccise il 32enne romeno Petre Ungureanu, uno dei ladri che in quel momento lo stava derubando nella sua proprietà, con un colpo di fucile che sarebbe partito accidentalmente durante la colluttazione. Si è presentato accompagnato dal figlio Gianluca e dagli avvocati Vincenzo Stochino ed Ennio Ercoli.

Signor Cattaneo, il processo è appena iniziato. È pronto a dimostrare la sua innocenza?

«Sono sempre convinto che bisogna avere fiducia nella magistratura. Il processo deve fare il suo corso. Personalmente non sono preoccupato per quello che sarà tutta l’istruttoria. Sono completamente nelle mani del giudice. Spero che il processo si concluda il prima possibile per mettere fine a questo calvario».

Il procuratore di Lodi Domenico Chiaro ha già anticipato in aula che chiederà l’esame dell’imputato.

«Sono pronto a sottopormi all’esame davanti al pubblico ministero. Ho sempre detto la verità di come è andata quella sera. Quello che è successo è agli atti. Non ho niente da aggiungere rispetto a quello che ho già detto alle forze dell’ordine per riscostruire questa brutta vicenda».

Ma la procura ha chiesto al tribunale una nuova perizia balistica e continua a ribadire che la versione dei fatti che lei ha fornito sia corretta.

«Ho sempre detto la verità. Quello che è successo quella notte nella mia proprietà è stato del tutto accidentale. Ricordo di essermi svegliato e di essere sceso giù con il mio fucile perché sentivo dei rumori provenire dal piano terra della mia casa dove abitano anche la mia famiglia e i miei nipotini. Tutto è accaduto come ho sempre detto agli inquirenti: il colpo di fucile è partito in seguito a una colluttazione con i malviventi».

Dopo un lungo periodo difficile è riuscito a riprendersi un po’ di tranquillità?

«È una vicenda che ha cambiato la mia vita per sempre. Non è facile andare avanti con totale serenità. Il periodo difficile però non è sicuramente alle spalle. Spero che tutto si concluda presto e nel migliore dei modi».

Quanto è importante il supporto che la comunità di Casaletto Lodigiano ha dimostrato dal giorno della tragedia?

«Sono commosso per la vicinanza di tutti. Per me e la mia famiglia è un momento difficile. Ringrazio il sindaco di Casaletto Lodigiano, Giorgio Marazzina, che oggi (ieri, ndr) ha voluto starmi vicino durante la prima udienza del processo. Senza il supporto di tanti amici e conoscenti non sarei riuscito ad affrontare tutto questo».