Casaletto, sindaci sulle barricate per la caserma dei carabinieri

I primi cittadini uscenti. «I nostri successori non rovinino l’iter avviato»

Gli amministratori uniti sulla caserma

Gli amministratori uniti sulla caserma

Casaletto Lodigiano (Lodi), 21 maggio 2019 - «Questa caserma s’ha da fare. La sicurezza non ha colori politici e non bisogna perdere tempo e correre il rischio di veder cancellati la stazione dei carabinieri, presidio indispensabile per i nostri comuni, e il finanziamento da 1,3 milioni di euro». All’unisono, ieri mattina a Casaletto, i sindaci di Casaletto, Giorgio Marazzina, di Lodi Vecchio, Alberto Vitale, e di Salerano, Stefania Marcolin, hanno ricostruito l’iter che ha portato alla decisione, presa «insieme alla Prefettura, ai comandi provinciale e regionale dell’Arma e alla Direzione generale della Presidenza della Regione» di costruire una nuova caserma in via Codazzi al posto di quella di via Roma, sempre a Lodi Vecchio, il comune più grande del bacino di riferimento per i militari.

Una scelta la cui validità viene messa in dubbio in queste giornate di campagna elettorale. «La nuova caserma sorgerà su un’area di 1004 metri quadri, di cui 500 coperti su 2 piani; quella attuale è su un’area di 600 metri quadri, di cui 200 coperti, su 3 piani – spiega Vitale –. Un atto del comando regionale dell’Arma del giugno 2018 afferma che la sede attuale è ‘gravata da problemi strutturali e da inadeguatezza funzionale’. Dunque non è possibile ristrutturare, ammesso che il privato venda. Tutto nasce dal fatto che nel 2014 il Governo ha deciso di rivedere al ribasso del 15% gli affitti delle caserme; dove questo non era possibile c’era la chiusura. A Lodi Vecchio il proprietario, un privato, ha avviato un contenzioso che ha vinto nel settembre 2018: si parla di occupazione abusiva dei carabinieri e il Ministero viene condannato a risarcire gli arretrati.

Prefettura e Arma provinciale, nel 2014, ci vengono in soccorso, ritenendo, come noi, la stazione un presidio strategico. Ne nasce, seppur con un percorso lungo e tortuoso, una collaborazione: seguendo le indicazioni i nostri 3 comuni spendono 18mila euro per un progetto di massima, basato sui precisi standard forniti dall’Arma, da 1,743 milioni di euro ed ottengono un finanziamento di 1,340 milioni. La differenza la pagheremmo noi con un mutuo condiviso. Quella di Lodi Vecchio è tra le uniche 5 nuove caserme lombarde. Il 7 maggio era pronto il cronoprogramma: 100 mila euro per la progettazione definitiva nel 2019, 725 mila euro per l’avvio lavori nel 2020, 520 mila euro per la chiusura nel 2021. Eravamo anche disposti ad integrare con 0,50 euro ad abitante l’affitto attuale fino a fine lavori». «Il contributo regionale è stato dell’80% anziché del 50% perché 2 comuni su 3 erano sotto i 3 mila abitanti – sottolinea Marcolin –; è bene che i candidati a sindaco di Lodi Vecchio lo sappiano e valutino, visto che non hanno interpellato Salerano e Casaletto. Se Lodi Vecchio vuole procedere da solo, inoltre, ci deve risarcire di quanto già speso». «Non ho sentito nessuno spendersi per i carabinieri, per i loro disagi, nonostante ciò che fanno per la nostra comunità – rimarca Marazzina –. Noi siamo disposti in alternativa anche a mettere a disposizione la casa cantoniera, oggi sede della Protezione civile».