Tre anni senza giustizia per Sali: "Ma non chiuderemo le indagini"

Lodi, il carabiniere di quartiere morì in un agguato in Città Bassa

La scientifica al lavoro in via del Tempio (Cavalleri)

La scientifica al lavoro in via del Tempio (Cavalleri)

Lodi, 30 ottobre 2015 - Tre anni. Tanto è passato dalla morte del carabiniere di quartiere Giovanni Sali, 48 anni, ucciso con due colpi di pistola in via del Tempio, in Città Bassa, nel quartiere della Maddalena. Il mistero è sempre più fitto e con il passare degli anni le speranze di fare chiarezza su uno dei più clamorosi casi di cronaca che hanno interessato il Lodigiano si assottigliano sempre di più. La procura di Lodi assicura di non aver mai smesso di indagare sul terribile omicidio. Al momento gli inquirenti stanno ancora procedendo contro ignoti. Nessun nome è mai stato iscritto nel registro degli indagati. Ma il procuratore capo della Repubblica di Lodi, Vincenzo Russo, non sembra avere la minima intenzione di chiedere l’archiviazione del caso. Almeno non ora. Si continua a lavorare per riuscire a trovare una soluzione. Il colpevole non sembra aver lasciato nessuna traccia sul luogo del delitto.

Quel maledetto pomeriggio di sabato 3 novembre 2012, Giovanni Sali stava compiendo le solite perlustrazioni di servizio. Partenza da via Lodino, poi un giro tra le vie del centro storico, un salto in piazza della Vittoria e quindi ancora verso la chiesa della Maddalena. I due colpi di pistola avrebbero raggiunto Sali attorno alle 17.45. Poche ore prima di tornare in caserma. Sul selciato di via del Tempio, accanto al corpo, la polizia scientifica ha trovato solo un bottone della sua camicia e sulla saracinesca il foro di un proiettile con l’ogiva caduta all’interno del box. I filmati delle telecamere non sono riusciti a garantire spunti per indirizzare le indagini. Non ci sono tracce. Nessun testimone ha visto cosa è successo. Non c’è mai stata un’ipotesi che avesse dominato sulle altre, per questo sin dalle prime battute si è deciso di indagare anche nella vita privata dell’appuntato scelto residente a Cavenago, molto conosciuto in città, e con una nuova donna da poco divenuta sua compagna. L’autopsia ha escluso che ci fosse stata una colluttazione, un corpo a corpo, tra il carabiniere e il suo carnefice. Sali conosceva il suo assassino. Due i proiettili in corpo. Il secondo letale, tra polmone e cuore. Colpi esplosi dalla sua pistola, una Beretta 92 parabellum che Sali portava sempre alla cintura. I tre colpi sono stati uditi chiaramente da due automobilisti in transito sulla vicina via Indipendenza. E dopo aver bloccato subito la loro auto sono stati i primi a dare l’allarme. Giovanni era separato e padre di due figlie, Erica di 23 anni ed Elena di 17. Adesso, a distanza di tre anni, resta il profondo dolore della famiglia e dell’intera comunità, che continua ad attendere una verità sul delitto.