Caso Sali, carabiniere trovato morto a Lodi: disposta l'archiviazione

Il carabiniere di quartiere è stato freddato il 3 novembre 2012 da tre colpi esplosi dalla sua stessa pistola d’ordinanza

La scientifica al lavoro in via del Tempio (Cavalleri)

La scientifica al lavoro in via del Tempio (Cavalleri)

Lodi, 12 settembre 2017 - Resterà un caso irrisolto. Il gip di Lodi, Isabella Ciriaco, ha chiuso per sempre la vicenda sulla morte del carabiniere di quartiere Giovanni Sali, trovato senza vita in via del Tempio il 3 novembre 2012. Il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto di archiviare perché "ignoti gli autori del fatto".  Respinta la richiesta della famiglia che sul caso del militare aveva chiesto di aprire un nuovo filone di indagine. E' stata accolta, invece, almeno in parte, la tesi della Procura di Lodi che, dopo cinque anni di indagini a tappeto, aveva chiesto con convinzione l'archiviazione del caso perché "non sono emersi elementi in grado di definire la vicenda un omicidio".

Il carabiniere di quartiere, 48 anni, separato e con due figlie, Erica di 25 anni ed Elena di 19, è stato freddato il 3 novembre 2012 da tre colpi esplosi (due soli andati a segno) dalla sua stessa pistola d’ordinanza in via del Tempio, un vicolo buio a pochi metri dalla chiesa della Maddalena, non lontano dal centro di Lodi. Un giallo che la Procura lodigiana non è riuscita a risolvere, nonostante anni di indagini, interrogatori ed esami. Perché non c’è un testimone che abbia visto ammazzare il carabiniere alle 17.40 di quella sera di fine autunno. Un paio di fedeli che stavano pregando nella chiesa del quartiere, lo avevano trovato già a terra, con la pistola ancora legata alla sua cintura con il cordino elastico. La vicenda aveva scosso molto i lodigiani. Le forze dell’ordine avevano passato al setaccio la città. "In questi cinque anni è stata battuta ogni pista possibile", ha spiegato il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro.