Capotreno inventa aggressione: adesso rischia il posto di lavoro

Codogno, in vista anche una richiesta di risarcimento da 300mila euro

Capotreno aggredito a Codogno (Ansa)

Capotreno aggredito a Codogno (Ansa)

Codogno, 20 luglio 2017 - Adesso Davide Feltri, il 45enne capotreno che ha inventato di essere stato accoltellato il 19 luglio da un uomo di colore sul convoglio Piacenza-Milano Greco Pirelli, vive nella paura di essere sospeso dal servizio. Dopo il polverone mediatico che si è scatenato nelle ultime ore sul ferroviere, residente nel Pavese, culminato con l’ammissione in lacrime davanti al pm Alessia Menegazzo, Feltri ha scelto di mantenere il silenzio.

Ha chiuso anche il suo profilo Facebook, proprio la pagina dove già qualche ora dopo la falsa aggressione aveva deciso di pubblicare una foto con la mano destra fasciata dopo l’intervento dei medici del Pronto soccorso di Codogno. Feltri, per aver inscenato la propria aggressione, rischia il licenziamento e una richiesta di risarcimento danni pari a 300mila euro per interruzione di servizio e per lo sciopero di quattro ore che si è svolto lunedì mattina. Tra le accuse della Procura di Lodi anche quella di calunnia, per aver indicato un ghanese di 25 anni come colpevole del suo ferimento, e simulazione di reato.

«Mi sono vendicato di una lite avuta il giorno prima con quella persona, mi aveva minacciato di morte se lo avessi ancora disturbato per chiedergli il biglietto», è la spiegazione che Feltri ha dato agli investigatori che gli chiedevano conto del perché avesse inventato l’aggressione. Di quelle minacce non aveva parlato con nessuno. Ai carabinieri, infatti, Feltri aveva spiegato di essere stato ferito alla mano dopo una colluttazione con un ragazzo di colore sui vent’anni, alto, con i capelli raccolti in dreadlocks e che corrispondeva a un giovane che si aggirava su un treno della linea Piacenza-Milano Greco Pirelli.

Dure le reazioni della politica. «Sono rimasto allibito, perché mai avrei immaginato una cosa del genere. Quando la realtà supera la fantasia». Sono le parole del governatore lombardo Roberto Maroni. «Incontrerò, fra poco, i vertici delle società», ha continuato Maroni a margine della seduta del Consiglio regionale, a Palazzo Pirelli, a Milano. L’eventuale licenziamento «non tocca a me, è una decisione che spetta a loro», ha sottolineato il presidente lombardo. «Non ho parole ma rimango dell’idea che l’incontro che abbiamo fatto in prefettura, con il sindacato e il prefetto per ottenere maggiore sicurezza sia un tema che intendo, comunque, presidiare – prosegue Maroni – Quindi, confermo la richiesta, al prefetto, nonostante questo episodio veramente incredibile, di avere più forze dell’ordine e militari nelle stazioni, perché ci sono stati altri episodi, in passato, che giustificano questa richiesta». Secondo Squadra mobile e Polfer il ferroviere è entrato nel bagno del secondo vagone, si è accoltellato alla mano con una lama a serramanico lunga 11 centimetri, poi ha azionato la leva piombata del vestibolo per simulare la fuga del presunto aggressore a trenta metri dall’arrivo nella stazione di Santo Stefano Lodigiano.