Giallo del Po, eseguita l'autopsia sul cadavere decapitato: ora si attende la verità

L'esame dovrà confermare che sia il corpo di Stefano Barilli e che si sia trattato di suicidio

Il ritrovamento del corpo nel fiume

Il ritrovamento del corpo nel fiume

Caselle Landi (Lodi), 20 aprile 2021 -  È terminata, all'Istituto di Medicina legale di Pavia, l'autopsia sul cadavere trovato senza testa nel fiume Po sabato scorso a Caselle Landi, nel Lodigiano, che si ritiene sia di Stefano Barilli, piacentino scomparso da casa l'8 febbraio scorso. Sul corpo era stato trovato un biglietto d'addio, sigillato in una busta di plastica, a firma del 23enne, oltre ai suoi documenti. Come si spiega dalla Procura di Lodi che ha disposto l'autopsia per confermare il suicidio, sono stati anche prelevati tessuti che saranno utili per effettuare il test del Dna. 

"Se l'autopsia ci confermerà il suicidio, ci troviamo davanti a una persona che era molto precisa. Il biglietto rinvenuto ieri nei pantaloni addosso al cadavere ritrovato nel Po a Caselle Landi, nel lodigiano, era, infatti, non solo all'interno di una busta di plastica chiusa ermeticamente ma, in più, il messaggio che preannunciava il tragico gesto risulta firmato". Lo aveva spiegato il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro, aggiungendo che "la carta di identità del giovane cui si pensa appartenga il cadavere, cioè Stefano Barilli, 23 anni, scomparso dalla sua casa di Piacenza l'8 febbraio scorso, in più, non era nel portafogli ma chiuso insieme al biglietto in questa busta di plastica, come a non voler lasciare dubbi sull'identificazione". Oltre all'autopsia e al test del Dna, verranno eseguiti anche diversi altri accertamenti.