Vanno a caccia con richiami per animali illegali: denunciati

Sanzione di mille euro e sequestro dell'attrezzatura venatoria

Il sequestro da parte delle forze dell'ordine

Il sequestro da parte delle forze dell'ordine

Caselle Landi (Lodi), 16 gennaio 2022 - Attirano selvaggina con un amplificatore bluetooth, denunciati a piede libero. Dopo aver ricevuto segnalazioni in merito all’uso “disinvolto” di tecniche venatorie non consentite nella zona del fiume Po di Caselle Landi e limitrofi, la polizia provinciale di Lodi stava monitorando la situazione.

“E nonostante si tratti ormai di pochissimi agenti, ancora una volta il Corpo ha presidiato il territorio e assicurato alla giustizia chi si è preso la libertà di non rispettare le regole” ha commentato soddisfatto il presidente della Provincia Francesco Passerini. “Ci segnalavano che qualcuno nel praticare l’attività venatoria, “si prendeva troppo libertà”", ha spiegato il responsabile della polizia provinciale, Massimiliano Castelleone “ma questa volta gli è andata male”. L’assistente scelto Alberto Pedrazzini, con l’ausilio di due volontari del servizio vigilanza, è infatti riuscito a cogliere in flagranza due cacciatori a Caselle Landi. 

Gli appassionati, in possesso di regolare licenza di caccia e porto d’armi e residenti in zona, sono stati pizzicati mentre cacciavano e lo facevano attirando animali con richiami presi da Google, amplificati con un dispositivo bluetooth di forma cilindrica (di solito utilizzato per amplificare la musica dello smartphone). Questo rende molto vulnerabile la selvaggina che, sentendo il richiamo, viene attirata, facilitandone la cattura, ma non è consentito dalla legge. Entrambi sono quindi stati denunciati a piede libero per aver infranto la norma 157 del 1992, che punisce penalmente, con ammenda, chi adotta questi comportamenti. Si tratta di un reato depenalizzato che costerà agli interessati una sanzione da 1.000 euro. Per loro è scattato anche il sequestro del dispositivo, dei fucili e dell’alzavola che hanno ucciso durante la caccia (si tratta di un piccolo anatide). C’è infine una sanzione amministrativa per non aver annotato, sul tesserino venatorio, l’animale abbattuto. Paola Arensi