Lodi, bus accesi sotto casa: via Romero protesta

La portavoce Schillirò: stanno fermi lì per ore e inquinano

Antonella Schillirò mostra gli autobus come li vede dalla sua abitazione

Antonella Schillirò mostra gli autobus come li vede dalla sua abitazione

Lodi, 12 dicembre 2018 - «Ogni mattina, dalle 5.30 in poi, gli autisti della Line lasciano gli autobus accesi a lungo nel piazzale per scaldare il motore. Lo scorso settembre ne ho filmato uno della linea 2 che è rimasto acceso, senza essere mosso, un’ora. Sono andata lì sul posto a lamentarmi. La stessa cosa accade tutto il giorno: il personale tiene accesi i motori dei bus anche mentre li lava. E l’inquinamento?». A parlare, a nome dei residenti di via Romero, che si trova proprio alle spalle del magazzino della sede della Line, al Revellino, è Antonietta Schillirò. Lei stessa sottolinea che si tratta di una questione annosa: una decina d’anni fa vennero raccolte delle firme, poi i residenti si rivolsero ad Arpa: «Non è mai stato fatto nulla. L’unica cosa che ho ottenuto, lo scorso settembre, è che spostassero i mezzi di qualche decina di metri. Ma dal punto di vista dell’inquinamento, specie quando d’estate ho le finestre aperte, non cambia nulla. La Line ha manifestato più volte l’intenzione di andarsene ma è ancora lì. E intanto qui intorno si continua a costruire nuovi palazzi».

«Effettivamente gli autobus creano inquinamento e se uno compra una villetta vicina ad una deposito o, ad esempio, vicino ad un’autostrada, sa che questo può accadere – afferma Sergio Resconi, ad della Line –. Il problema è chi ha rilasciato il permesso di costruire lì intorno e chi ha comprato, anche se il muro è basso e il deposito ben visibile. Qualche anno fa era peggio di oggi, i mezzi erano più vecchi e inquinanti, occorreva più tempo per mettere in pressione l’impianto e i pneumatici. Dal 2011, invece, i mezzi sono tutti euro 5 e 6: su una flotta di 120 solo 7/8 sono vecchi, tenuti solo di scorta. Quelli nuovi vanno in pressione in 5/7 minuti. Noi facciamo ordini di servizio e sensibilizziamo il personale, anche perchè non venga sprecato gasolio: ma i dipendenti sono 120 e può esserci chi, ad esempio, quando arriva il mattino alle 5.30, accende i mezzi anche per qualche collega».

«Quindi faremo delle verifiche e, se c’è abuso, adotteremo i provvedimenti che il contratto ci consente nei confronti del dipendente – aggiunge –. Abbiamo detto persino ai vigili urbani di multare pure l’autista che, fermo al capolinea, tiene il motore acceso. Le pulizie dei mezzi in sede vengono fatte da operatori esterni che non dovrebbero accendere il bus: ma anche questo lo verificheremo, perché è nostro interesse limitare le criticità ed evitare di consumare inutilmente gasolio. Abbiamo acquisito un terreno per poterci spostare ma si tratta di un investimento di qualche milione di euro e la valutazione spetta ai soci. E poi, se ci spostiamo e la storia si ripete e intorno vengono a costruire, perché il terreno costa meno?».