Borgo San Giovanni, il maxi-capannone diventa centro evangelico

L’annuncio della onlus Beth Shalom che accoglie già da tempo le donne di strada e i minori disagiati tenendoli lontani dai rischi

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di Laura De Benedetti

Il maxi capannone in fondo a via Fermi, composto da grandi locali e alcuni uffici, è destinato a diventare, nel giro di due anni, un grande centro di accoglienza evangelico dove verranno ospitate donne vittime di tratta o di violenza domestica e minori. Ma già oggi la onlus Beth Shalom, guidata dal pastore Gennaro Chiocca, 45 anni, della Chiesa Cristiano Evangelica di via Torino a Lodi, cercare di portare via le donne dalla strada e di accogliere i minori in 4 case distribuite in altrettanti comuni del Lodigiano, ed il capannone è già utilizzato come luogo di recupero di abiti e giocattoli usati per i meno abbienti, e come centro medico-assistenziale. "Dal 2012 ad oggi - spiega Chiocca - abbiamo già dato aiuto a un’ottantina di anziani (la casa famiglia è a Pieve Fissiraga); quindi, dal 2014, a 235 ragazze e una cinquantina di minori: tra questi ci sono bambini disagiati ma anche alcune giovanissime già costrette a prostituirsi. Col nostro camper una volta al mese usciamo sulle strade per incontrarle e sottrarle allo sfruttamento".

Se già funziona il sistema delle case di accoglienza, dove operano una cinquantina di volontari di Beth Shalom, a breve dovrebbero iniziare i lavori, bloccati dal lockdown, per il centro evangelico: "Il primo capannone sarà una sala polivalente per le conferenze - spiega il pastore, sposato e con 4 figli -, il secondo vedrà, strutturato su due piani, una sorta di maxi oratorio per i ragazzi disagiati: vogliamo investire sulle loro vite, sull’istruzione e allontanarli dai rischi. Nella terza ala intendiamo realizzare al primo piano una decina di mini appartamenti per le vittime di violenza, quale luogo di prima emergenza.

Al piano terreno, con l’associazione “Amico” dei medici evangelici, creeremo ambulatori dove verranno offerte prestazioni gratuite per i bisognosi: ci saranno un odontoiatra, un medico di base, un pediatra, un urologo, un ambulatorio per le ecografie. Al momento abbiamo già una pediatra e una equipe di psicoterapeuti. Quindi ci saranno dipartimenti per la distribuzione gratuita di alimenti e di vestiti: a gestirli, finché non riusciremo a portarle verso l’autonomia, saranno le stesse donne sottratte alla strada. Ci sarà anche un centro di ristorazione". La onlus, durante la prima ondata della pandemia, aveva già organizzato il Beth camp, "una sorta di ospedale da campo, allestito nella nostra chiesa, per ospitare persone senza fissa dimora durante il lockdown, col supporto sanitario di Amico - conclude Chiocca -. Crediamo in ciò che insegna il Vangelo e cerchiamo di metterlo in pratica".