Maltempo nel Lodigiano: bombe d’acqua, ecco come neutralizzarle

La convenzione attivata per gestire i nubifragi sembra aver funzionato soprattutto a Livraga e Villanova. Guai a Pieve

Il fiume Adda torna a far paura come nel 2014

Il fiume Adda torna a far paura come nel 2014

Lodi, 23 ottobre 2019 - «La convenzione che abbiamo attivato con il Consorzio Muzza Bassa Lodigiana per gestire le bombe d’acqua a Livraga, Villanova e Pieve sembra, per i dati parziali rilevati di oggi, aver funzionato, soprattutto nei primi due comuni. A Pieve invece sembra esserci stato qualche problema. Abbiamo già sollecitato il Consorzio perché lo stesso sistema di prevenzione divenga fattibile a Tavazzano, Lodi Vecchio Ospedaletto e Brembio».

Carlo Locatelli , direttore di Sal, Società Acqua Lodigiana che tratta il ciclo idrico nei 60 comuni del Lodigiano, spiega come funziona il sistema messo a punto dopo l’alluvione che aveva colpito in particolare la zona di Livraga nel 2014 e che è diventato operativo nel 2018, con la prima prova di maggiore tenuta proprio col nubifragio di lunedì sera: «Non è un sistema applicabile ovunque - aggiunge -. In genere i problemi maggiori si hanno quando ci sono canali d’acqua importanti che attraversano paesi: il Sillaro a Pieve e Villanova e il colatore Venere a Livraga. La convenzione prevede che, a monte dei paesi, il Consorzio intervenga con delle idrovore che aspirano l’acqua dai colatori e la immettono nel reticolo irriguo, affinché, nel tratto urbano, le fogne possano scaricare nel canale principale che attraversa il paese: in questo caso le fognature riescono a scaricare, evitando il rigurgito che riempie strade e allaga scantinati. L’anno scorso siamo intervenuti con questo sistema un paio di volte e non ci sono stati problemi. Ora esamineremo i dati per quest’ultimo, più violento, nubifragio: ma con questi cambiamenti climatici fare le convenzioni è necessario».

«Usare i nostri canali consortili a monte dei centri abitati attraverso convenzioni con Sal e comuni è una soluzione per smaltire le acque di paesi con superfici sempre più impermeabilizzate a causa delle urbanizzazioni - aggiunge Ettore Grecchi, presidente del Consorzio -. Il problema è che per noi è uno sforzo gigantesco: in base alla gravità delle allerte meteo dovremmo intervenirecontemporaneamente in un territorio di 60 comuni nel giro di poche ore, svuotando i canali e riversando le acque nei fossi.

Entro il 2020 concluderemo la realizzazione di vasche di laminazione, ossia degli ettari scavati e rialzati con un piccolo argine, dove far confluire le acque del colatore Sillaro a protezione di Borghetto, Pieve e Villanova. Ma in genere si tratta di tedologie troppo costose che non possono essere realizzate ovunque, anche per la conformazione del territorio. C’è poi il caso di Massalengo, colpito da quest’ultima bomba d’acqua: lì c’è da completare il collegamento di smaltimento acque verso il canale Muzza. Ma il Comune on può affrontare da solo un investimento di 500mila euro e cerca fondi».