Lodi: bivacchi e paura alle case Aler

Nel palazzone di via Guido Rossa un via vai di senza tetto, soprattutto di notte. La denuncia dei residenti

Uno scorcio del pianterreno del palazzone delle case popolari di via Guido Rossa

Uno scorcio del pianterreno del palazzone delle case popolari di via Guido Rossa

Lodi, 3 dicembre 2020 - «Ogni giorno vediamo sotto le nostre case degrado e bivacchi: è una situazione che non possiamo più accettare". Sono preoccupati i residenti dell’edificio Aler di via Guido Rossa. Una situazione di totale degrado quella che si vede e si vive nel palazzone popolare, in zona Faustina, abitato da una trentina di famiglie. Le serrature delle porte esterne (non quelle degli appartamenti) rotte da tempo permettono il via vai di senza tetto che, soprattutto nei mesi invernali, si rifugiano nelle cantine o al nono piano, l’ultimo della palazzina, per bivaccare e aspettare di poter tornare in strada. Il risultato è la paura per i residenti, soprattutto nelle ore serali.

«Siamo davanti a una situazione che con il passare degli anni diventa sempre più insostenibile – dice una signora residente da 35 anni in via Guido Rossa –. In questa palazzo ci sono tante persone perbene che pagano regolarmente gli affitti e si comportano dignitosamente. È vero, c’è anche qualcuno che pensa di poter fare tutto quello che vuole, ma è una minoranza. Ci sono enormi problemi e noi residenti siamo esasperati: io pago più di 450 euro al mese. Non è un affitto da poco. Sono anni che non abbiamo un portone chiuso: la portineria e le scale sono aperte e accessibili a tutti da anni. Così anche le cantine dove da tempo ci sono bivacchi. I nostri referenti Aler però ci dicono che non ci sono soldi per effettuare le riparazioni. Per loro non esistiamo".

Per il momento le uniche telecamere installate per la videosorveglianza sono nell’altro immobile Aler di via San Fereolo. Nell’estate scorsa erano state due le operazioni antidegrado che gli agenti guidati dal comandante Fabio Germanà, insieme al direttore generale di Aler Pavia-Lodi Matteo Papagni e al sindaco Sara Casanova, avevano effettuato per liberare l’area da auto abbandonate. Il presidio però, soprattutto nella prima fase dell’emergenza e ora con la seconda ondata, era stato sospeso temporaneamente. "Abbiamo chiesto anche noi le telecamere perché abbiamo paura – spiega la residente –. Pochi giorni fa hanno bruciato un materasso proprio sotto il mio balcone. È una situazione inaccettabile. Vivo qui da 35 anni, da quanto il palazzo è stato inaugurato, ma con il passare degli anni i problemi peggiorano".