Bimbi stranieri esclusi dalla mensa: a Lodi è il giorno della protesta

Rette più care per i migranti, la sindaca tira dritto. Grillini e leghisti divisi, Fico: servono scuse

Mobilitazione a Lodi per il caso mensa

Mobilitazione a Lodi per il caso mensa

Lodi, 15 ottobre 2018 - Per tutti è diventato il ‘caso Lodi’. Le mense scolastiche del capoluogo della Bassa «inaccessibili» a oltre 200 bambini figli di extracomunitari per via del nuovo regolamento su scuolabus e servizi scolastici. Il provvedimento del sindaco leghista Sara Casanova, assunto un anno fa, diventa ora tema di scontro fra le due anime della maggioranza di governo. Un esempio da seguire per la componente leghista, una stortura per i Cinque stelle. Da una parte Matteo Salvini, che parla di una «norma antifurbetti», dall’altra l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, che attacca: «Questo Stato sarà sempre dalla parte dei bambini». Lo segue il presidente della Camera, Roberto Fico: «Chi crea discriminazioni chieda scusa».

Ma ben prima che anche il britannico The Guardian riportasse Lodi in cronaca la vicenda già faceva sussultare la politica locale. È bastato un voto del Consiglio comunale per stabilire un sistema burocratico più complesso per gli stranieri. Chi vuole accedere alle agevolazioni deve presentare la documentazione Isee. Agli extracomunitari, in aggiunta, si richiede un documento del Paese d’origine che attesti che non possiedono nulla. Molti stranieri, a causa della difficoltà di ottenere un documento del genere e per i costi di una traduzione legale, hanno rinunciato alle agevolazioni. E molti di loro non riescono a pagare la tariffa dello scaglione più alto, perché la mensa scolastica per esempio è passata da 2 a 5 euro al giorno e lo scuolabus da 90 a 210 euro. Il Comune di Lodi la mette sul piano della lotta agli evasori, come anche Salvini ha ribadito ieri.

Ma dalle associazioni piovono critiche durissime. Anche Amnesty International ha richiamato il sindaco Casanova, chiedendo di ripensarci. Ma lei non demorde. La linea non si cambia, almeno fino al 6 novembre, quando si terrà l’udienza al tribunale civile di Milano che dovrà valutare il ricorso presentato da associazioni, cittadini e gruppi politici contrari al regolamento. «La norma rimane in vigore – ha ribadito lei ieri –. La legge deve sempre valere per tutti. Dispiace che non tutti condividano il principio di equità che sta alla base di questa delibera, che vuole mettere italiani e stranieri nella stessa condizione di partenza». E la Lega si schiera compatta con lei: «Basta, la pacchia è finita. Non è razzismo, è solo giustizia e buon senso», scrive Salvini su Facebook. Sulla questione era intervenuto anche il ministro all’Istruzione Marco Bussetti, che ha detto di «voler incontrare il sindaco di Lodi per trovare una soluzione».

E mentre con l’alleato pentastellato proseguono le divergenze, ci mette il carico il presidente della Camera Fico: «Nel momento in cui si fa una delibera che crei discriminazioni si deve solamente chiedere scusa». Di Maio rincara: «I bambini non si toccano!». Tutto questo mentre in città proseguono proteste e presidi di solidarietà per le famiglie straniere. Con il contributo di oltre 2mila persone da tutta Italia, il Coordinamento Uguali Doveri ha raccolto 60mila euro. «Mensa e scuolabus saranno assicurati per tutti i 200 bambini almeno fino a Natale», spiegano. Ma il caso Lodi già fa scuola. E in Veneto lo stesso metodo verrà applicato anche per l’assegnazione dei libri scolastici ai piccoli stranieri. Niente testi senza certificato.