Lodi, in banca posti di lavoro salvi grazie al fondo

Tengono le filiali ma resta il problema del ricambio generazionale. Il punto con Ettore Necchi

Uno sportello bancario

Uno sportello bancario

Nel Lodigiano i clienti delle banche apprezzano ancora la presenza delle filiali, soprattutto gli anziani. Inoltre, grazie ai controlli imposti per via del Covid, con la limitazione degli accessi in banca, le rapine si sono notevolmente ridotte. Sono invece in corso battaglie sindacali per il rispetto dei diritti dei lavoratori e manca ricambio generazionale. Tutto questo viene raccontato dal dirigente nazionale lodigiano, della Federazione autonoma bancari italiani di Lodi, Ettore Necchi.

Ettore Necchi della Fabi
Ettore Necchi della Fabi

“Auspico che le banche assumano personale e vadano bene sotto l’aspetto economico e finanziario. Serve infatti un ricambio generazionale, tanta gente ha bisogno di lavorare, si è laureata ed è pronta per il mercato del lavoro, ma non trova opportunità”. Ad oggi quanti bancari lavorano nel Lodigiano?

“Sono 350 nelle Banche di credito cooperativo e 1050 nell’Abi Associazione bancaria italiana, più 28 della Agenzia delle entrate riscossione “. Si sono persi impieghi nel 2021?

“Per fortuna no, nonostante il periodo complicato. Sono state trovate soluzioni tampone alternative. Quando le banche sono in crisi, infatti, c’è il fondo di sostegno al reddito, che è un paracadute. Chi ha un’età avanzata può aderire al fondo. Sta alla banca aprirlo per tot anni, stabilendo, con il sindacato, la lunghezza del periodo. Più anni sono più la banca paga e al massimo in Italia è stato utilizzato 5 anni. Pagano l’80 per cento circa dello stipendio e poi i coinvolti scivolano in pensione. Alla Banca di credito cooperativo Centropadana locale, nel 2021, è successo a 15 persone. Negli altri Stati, quando ci sono fusioni ed esuberi, le banche applicano la legge e lasciano a casa i dipendenti più giovani, che hanno più opportunità di trovare lavoro. Tra Abi e Bcc, in Italia, sono invece circa 60mila, negli ultimi 10 anni, le persone che si sono “salvate” grazie al fondo. Purtroppo è un susseguirsi di fusioni e incorporazioni, più accentramento degli uffici, quindi i rischi sono continui”. Ci faccia un esempio locale di questi passaggi. “Ricordo, nel 2021, la fusione per incorporazione della Banca di credito operativo Centropadana con la Bcc di Borghetto Lodigiano. E qui auspico che la banca possa finalmente chiudere in utile quest’anno e erogare un premio una tantum per i colleghi che, per 5 anni, non hanno preso un euro del premio di risultato”. Perché si esternalizza il lavoro?

“C’è una tendenza su tutto il territorio nazionale ad agire così nei confronti di servizi non più consoni per il sistema bancario. Il Back office, solo in pochi casi, porta redditività alla banca, così dall’alto cercano di incorporare. Come successi nel Lodigiano è successo, appunto, alla Centropadana e tutto per far uscire più gente possibile. A Guardamiglio nel 2021 è successo con 23 persone di sistemi di pagamento, estero, crediti, tesoreria, titoli e della contabilità. Hanno scelto di esternalizzare il loro lavoro. Stiamo ancora trattando perché non vogliamo che i colleghi perdano un solo euro. Rischiavano anche di essere trasferiti a Treviglio perché la sede della società Sinergia, delle Bcc di Icrea, in cui sono stati assorbiti, ha sede lì. Siamo però riusciti a farli lasciare negli uffici di Guardamiglio per evitargli pendolarismo e speriamo sia per molto tempo. Dato che questi sono stati obbligati, senza colpa, a passare in Sinergia, infatti, noi vogliamo un passaggio tranquillo. Hanno un contratto integrativo delle Bcc che cita alcune agevolazioni e che vanno mantenute. Anche se dall’alto non vogliono mantenerlo per i nuovi assunti. Auspichiamo, comunque, dopo la trattativa, di firmare un accordo congruo in merito. Se si cede un ramo di azienda, i bancari non devono assolutamente rimetterci. Serve sempre un contratto integrativo migliore. La giurisprudenza ci dà ragione”. Queste procedure vanno a discapito del cliente?

“Nel Lodigiano il cliente è abituato ad approcciarsi alle filiali, soprattutto nei paesini rurali. Il cliente ci perde quando le chiudono e fanno le banche virtuali. Serve qualcuno che possa interloquire con i clienti. Per fortuna qui la situazione al momento è contenuta”. Sicurezza in banca. A che punto siamo?

“Nel Lodigiano la sicurezza sta tenendo bene. Negli ultimi anni non ci sono state rapine cruente, anche perché con il Covid vengono selezionati i clienti, si lavora su appuntamento. A suo tempo mi sono battuto per limitare le rapine in banca, facendo anche un protocollo con la Prefettura e questo ha aiutato. Le razzie, quindi, recentemente le conti sulle dita delle mani”. La Fabi continua ad offrire anche vari servizi, vero?

“Noi offriamo tutti i servizi possibili per soddisfare gli iscritti, soprattutto i pensionati. Abbiamo ufficio Caf, Welfare, Successioni, Badanti, teniamo conteggio delle buste paga etc., offriamo la polizza infortuni gratuita, la polizza capofamiglia gratuita (danni in famiglia), gratuito il 730, facciamo Imu, Isee, rendite castatali etc.”.