Il nuovo direttore della Asst di Lodi: "Valorizzerò medici e infermieri"

Massimo Lombardo, nuovo direttore generale degli ospedali, si è insediato

Massimo Lombardo 54 anni nuovo direttore generale dell’Asst di Lodi

Massimo Lombardo 54 anni nuovo direttore generale dell’Asst di Lodi

Lodi, 3 gennaio 2019 - Nel suo primo giorno alla guida dell’Asst (Azienda socio sanitaria territoriale) di Lodi ha voluto visitare i reparti dell’ospedale Maggiore. Poi, a pranzo, è sceso in mensa insieme ai dipendenti. Si è presentato così Massimo Lombardo, 54 anni, il nuovo direttore generale dell’Asst di Lodi, che da ieri ha preso il posto di Giuseppe Rossi, il manager che dopo 11 anni ha lasciato Lodi per approdare a Cremona. Originario di Messina, varesino di residenza, esponente della Lega, Lombardo arriva da Legnano dove ha diretto per tre anni l’Asst Ovest Milanese (Legnano, Cuggiono, Magenta e Abbiategrasso). Nella sua carriera è stato dirigente medico anche al San Gerardo di Monza, agli ospedali Galliera di Genova, al San Paolo di Milano, al Sant’Anna di Como e per pochi mesi all’ospedale di Melegnano.

Direttore Lombardo, che Azienda ha trovato a Lodi?

«È una realtà moderna, all’avanguardia e molto radicata sul territorio. Conoscevo i presidi di Lodi solo dalla riunioni con gli altri direttori generali, ma non ero mai venuto a fare una visita. Devo dire che dopo il lavoro di Giuseppe Rossi, che è riuscito a portare tante novità e a creare un ospedale praticamente nuovo, bisogna continuare».

Quali sono le priorità della sua gestione?

«La valorizzazione del personale medico, infermieristico e Oss è per me un punto fondamentale. Stamattina (ieri per chi legge, ndr) ho girato per reparti, accompagnato dal direttore sanitario, dell’ospedale Maggiore e ho visto un personale molto affiatato e attento alle necessità dei pazienti. È un aspetto molto bello e positivo».

Cosa ne pensa dei quattro presidi ospedalieri attivi nel Lodigiano?

«La nostra Azienda deve coprire un territorio vasto e non ci sono altri nosocomi in provincia. Sono convinto che i presidi sono un valore aggiunto e di grande importanza per tutti i lodigiani. Possiamo però migliorare. Sono una persona che non si spaventa davanti alle sfide».

Come cambierà con la sua guida il rapporto tra Asst e i lodigiani?

«La medicina è sicuramente cambiata negli ultimi anni e la cura, soprattutto per i malati cronici, non finisce di sicuro con le dimissioni dai nostri ospedali. Bisogna dare una continuità e su questo aspetto credo che possiamo fare molto. Punto tanto anche sulla collaborazione con le amministrazioni locali: aprire un dialogo costante con i servizi sociali comunali può essere d’aiuto per tanti lodigiani».

Sul futuro del presidio di Codogno ci sono novità?

«Domani (oggi per chi legge, ndr) andrò all’ospedale di Codogno. Conosco bene tutte le vicissitudini degli ultimi mesi. È presto per fare valutazioni perché sono ancora all’inizio. Voglio dire però che non sono venuto qui per chiudere ospedali, ma per migliorare dove si può i servizi che l’Asst di Lodi può offrire ai lodigiani».