Corruzione nel Lodigiano: cinque arresti, anche un vigile urbano/ VIDEO

Un'operazione della Guardia di Finanza: l'accusa è corruzione di pubblici ufficiali per favorire la falsa attestazione di residenza di sudamericani

La facciata del comune dove questa mattina è scattato il blitz

La facciata del comune dove questa mattina è scattato il blitz

Lodi, 27 luglio 2017 - C'è anche un comandate della Polizia Locale di un paese della Bassa Lodigiana tra le 5 persone arrestate questa mattina dalla Guardia di Finanza di Lodi nell'operazione ribattezzata "Carioca" che, tra l'altro ha portato a 18 perquisizioni.  Assieme a lui,  sono stati portati in carcere un ufficiale dello stato civile di 42 anni dello stesso Comune e il titolare di un'agenzia di pratiche migratorie di Monza, un 38enne di origini brasiliane.  Le accuse sono corruzione di pubblici ufficiali allo scopo di favorire la falsa attestazione di residenza di sudamericani per far loro ottenere un passaporto utile per stabilirsi in qualsiasi Paese dell'Unione Europea.  Nel solo 2016, secondo l'accusa, tale procedura irregolare avrebbe riguardato circa 500 brasiliani. La moglie dell'imprenditore brasiliano, 44enne, è invece agli arresti domiciliari. Nell'ambito della medesima indagine un secondo filone ha portato ai domiciliari di un imprenditore di 57 anni della provincia di Verona che noleggia autovelox: secondo la procura della Repubblica di Lodi, tramite accordi corruttivi con lo stesso comandante della polizia locale avrebbe puntato all'affidamento diretto di un sistema di rilevamento della velocità e del servizio di verbalizzazione.

Le indagini hanno dunque permesso di svelare un sistema di corruzione di pubblici ufficiali finalizzato all'indebito rilascio a persone provenienti dal Brasile di residenze in Italia ed, in particolare, nel comune lodigiano. L'ottenimento della residenza in Italia consente ai cittadini di nazionalità brasiliana di ottenere immediatamente - grazie anche alla normativa 'ius sanguinis' - la cittadinanza italiana e, conseguentemente, il passaporto di un paese comunitario, utile per installarsi, senza ulteriori adempimenti, in qualsiasi paese Ue. La normativa, tuttavia, richiede che, per tale procedura, si accerti l'effettiva abituale dimora sul territorio dello Stato: ma i pubblici ufficiali coinvolti, in realtà, dichiaravano falsamente in atti la presenza degli stranieri oppure a seguito di sopralluoghi preventivamente concordati. La residenza veniva attestata in abitazioni nella disponibilità - direttamente o indirettamente - degli stessi soggetti indagati.

Il sistema di corruzione ruotava intorno alla predetta agenzia di 'disbrigo pratiche' di Monza, facente capo ai coniugi di origine brasiliana coinvolti nell'inchiesta, i quali richiedevano ai propri clienti brasiliani una cifra fra i 3.500 euro ed i 5mila euro per portare avanti la 'pratica', mentre di questa cifra, circa 1.250 euro finiva poi nelle tasche dei pubblici ufficiali. Allo stato degli atti, il fenomeno ha consentito di far ottenere la residenza e la cittadinanza italiana, nel solo anno 2016, a circa 500 brasiliani, in realtà mai trasferitisi nel lodigiano. Durante l'attività tecnica, è emerso un ulteriore episodio di corruzione del comandante della polizia il quale, in cambio di denaro e il pagamento di altre utilità, si accordava con il titolare di una ditta di 'noleggio autovelox' per favorirlo nella concessione diretta del servizio di rilevamento velocità e relative verbalizzazioni.