Annegata in piscina, gli esami rivelano: era ubriaca

La sera prima di annegare la donna aveva bevuto molto. Investigatori al lavoro per capire se era sola

Josephine Odijie, 35 anni

Josephine Odijie, 35 anni

Castelgerundo (Lodi), 19 giugno 2018 - La sera prima di morire Josephine aveva bevuto qualche bicchiere di troppo. Si aggiunge un altro tassello sul mistero della 35enne nigeriana morta annegata nella piscina della sua abitazione di cascina Reghinera a Castelgerundo. Gli inquirenti hanno trovato numerose bottiglie di vino vuote nell’appartamento che Josephine Odijie aveva avuto in uso dal convivente Stefano Acerbi, imprenditore lodigiano di 78 anni.

Chi indaga aveva quasi subito escluso che la nigeriana fosse morta per un malore legato a una possibile congestione, perché la donna era a stomaco vuoto. Quello che la procura di Lodi ora sta cercando di capire è se la sera del 2 giugno la donna aveva bevuto da sola, oppure con lei c’era qualcuno. Gli esiti tossicologici completi arriveranno nei prossimi giorni per capire se oltre all’alcol Josephine Odijie avesse assunto anche sostanze stupefacenti o possa essere stata avvelenata.

Per il procuratore Domenico Chiaro, che ha aperto un fascicolo per omicidio, ci sono ancora due o tre gli aspetti che dovranno essere chiariti e per cui serviranno ulteriori indagini. Al vaglio degli inquirenti è finito il cellulare della donna. Il pm Sara Mantovani sta cercando di ricostruire gli ultimi contatti di Josephine, chi possa averla contattata, cercando di carpire qualche elemento utile per riuscire a riscostruire le ultime ore della nigeriana prima di morire annegata nella piscina della proprietà di Acerbi. Il cellulare però, uno smartphone di ultima generazione, è bloccato e dovrà probabilmente essere analizzato da tecnici specializzati in Germania.

Nei prossimi giorni verrà convocato in procura il convivente di Josephine, Stefano Acerbi, che quel fine settimana si trovava al mare in Toscana, in barca con un amico, e la domestica che il 3 giugno aveva scoperto il cadavere. Josephine era rimasta a casa perché il 4 giugno doveva sostenere un esame da operatrice sanitaria. Dalla ricostruzione fornita agli inquirenti, era stato Stefano a chiamare Josephine intorno alle 20 di sabato 2 giugno, ma non aveva ricevuto risposta. Si era preoccupato e domenica mattina aveva chiesto a una vicina, che spesso si occupava delle pulizie nell’enorme proprietà, di fare un salto in villa. E la donna aveva scoperto il corpo della Odijie nudo sul fondo della piscina.

L’asciugamano si trovava sul bordo, secondo quanto raccolto dalle prime testimonianza, ma questa circostanza dovrà essere verificata dalla procura. Omicidio o fatalità, alla sua morte va dato un perché. Dopo oltre due settimane, restano però tanti dubbi. Gli esiti scientifici (per esempio la presenza di tracce sotto le unghie della donna) hanno dato esito negativo e il presunto disordine trovato in casa della donna non era apparso alla procura un elemento così rilevante da far pensare a una rapina finita male.