Aereo precipitato a Lodi, la perizia: "Tutta colpa della nebbia"

Il verdetto degli esperti sull'incidente che costò la vita a pilota e passeggero

Lo Skyleader 600 precipitato

Lo Skyleader 600 precipitato

Lodi, 18 maggio 2019 - Tutta colpa delle condizioni atmosferiche sfavorevoli. Questo ha stabilito un gruppo di esperti che ieri mattina si è presentato davanti ai giudici per rendere conto del suo lavoro in merito alla morte di Gianluigi Petranca, 67 anni, di San Rocco al Porto, proprietario della catena di negozi Vigorplant, e Massimiliano Zoppetti, 63, rappresentante nel campo delle moto, di Castiglione d’Adda, precipitati con l’aereo di Petranca nel pomeriggio del 29 gennaio del 2017 a due chilometri dalla pista di atterraggio del Migliaro.

«L’incidente è avvenuto a causa delle condizioni di scarsa visibilità – hanno detto i periti – che si sono presentate al pilota al momento dell’atterraggio. Le condizioni meteorologiche erano di scarsa visibilità in quanto vi era della foschia sia in quota sia in prossimità del campo d’atterraggio». Questo fattore ha portato l’aereo a scendere di quota e diminuire la velocità. Solo che la pista era due chilometri più avanti e la bassa velocità ha fatto precipitare lo Skyleader 600 di Petranca e per i due passeggeri non c’è stato nulla da fare: sono morti sul colpo.

I periti hanno esaminato il velivolo, trovando che il motore non aveva mostrato cedimenti e tutte le altre parti dell’aereo erano funzionanti. Ricostruita anche la fase finale che ha portato all’incidente, quando l’aereo vira per mettersi in direzione della pista di atterraggio. Quando però il pilota si accorge di essere troppo lontano dalla pista, forse tenta di riprendere quota, ma la velocità e l’altezza troppo basse impediscono la riuscita della manovra e l’aereo precipita.