di Tiziano Troianello Il ghiaccio ancora sui marciapiedi, la luce timida di un nuovo giorno, il parcheggio con le prime auto. Le lancette dell’orologio vedono all’orizzonte le 8 quando la “macchina” dell’hub vaccinale di Codogno inizia a mettersi in moto. Medici, infermieri, volontari ognuno prende il suo posto in attesa dell’arrivo dei primi pazienti. Qui nel palazzetto dello sport di viale Resistenza, dove fino a due anni fa giocavano tanti giovani atleti della zona e dove mosse i primi passi anche il campione di basket Mario Boni, da 10 mesi si combatte la battaglia della prevenzione dal Covid-19. L’attività, dalla fine dello scorso anno (dopo un’estate in sesta marcia e un autunno più rallentato), è ripresa frenetica. E chi si avvicina, ancora titubante, chiedendo informazioni sulla sicurezza del vaccino, viene rassicurato e spesso il colloquio si conclude con la somministrazione della prima dose. Perchè è fondamentale - si dice in queste stanze – ereggere più barriere possibili contro il virus. Lasciati alle spalle le code che si sono verificate in alcune giornate e i problemi di freddo all’interno del palazzetto (dovuti anche al fatto che l’impianto di riscaldamento della struttura - reduce da un completo riammodernamento – è adesso a pavimento e a protezione del nuovo parquet è disposta una guaina spessa che trattiene il calore in basso) l’hub ora ha ripreso a marciare senza intoppi. I dettagli sui numeri e il funzionamento del centro li fornisce il dottor Enrico Tallarita, direttore socio sanitario dell’Asst di Lodi. "A Codogno - chiarisce – sono organizzate attualmente 6 linee di attività, di cui 2 destinate alla vaccinazione pediatrica. Le linee dedicate agli adulti funzionano 8 ore al giorno, dalle 8 alle 16, mentre quelle pediatriche si effettuano dalle 14 alle 20 (dal lunedì al venerdì) e dalle 8 alle 20 (sabato e domenica)". ...
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