San Martino in Strada (Lodi), 22 settembre 2013 - «Ho rischiato di morire anch’io per colpa di Pizzocolo». Questa sarebbe la denuncia fatta da una donna agli investigatori della Questura di Lodi. Per fortuna, si è salvata dal ragioniere-killer Andrea Pizzocolo, 41 anni. E ha trovato il coraggio di parlare. Nulla si sa dell’identità della testimone, la Procura di Lodi tiene il più stretto riserbo per ovvie ragioni sulla presunta vittima delle violenze del maniaco di Arese. La polizia non conferma né smentisce l’esistenza della testimone scampata alle mani del killer. Ma presto la posizione di Pizzocolo, accusato già del delitto della escort 18enne Lavinia Simona Ailoaiei, potrebbe aggravarsi. «Nei prossimi giorni ci saranno novità», fa sapere un investigatore. Nulla di più filtra, al momento.

Anche se le indagini continuano a pieno ritmo. Sia la visione dei 700 gigabyte di filmati pornografici immagazzinata nei due computer e nei due hard disk sequestrati all’assassino, sia gli approfondimenti sui conti correnti e le carte di credito a disposizione di Pizzocolo. Dai filmati, costruiti dal ragioniere-killer con sistemi semiprofessionali e telecamere nascoste nelle stanze dei motel di mezza Lombardia, emergerebbero nuovi sospetti e nuove accuse di violenze e maltrattamenti a carico di Pizzocolo. Sui conti, resta il mistero. Come faceva un ragioniere con stipendio da 1.800 euro al mese (straordinari compresi) a potersi permettere di pagare stanze di motel da 85 euro e prostitute da 500 euro a notte? Eppure ne ha ingaggiate - stando ai filmati - almeno cento, quasi tutte straniere.

Alcune sono state identificate, altre no. Resta in piedi la pista del regista di “snuff movies”, film nei quali viene ripresa la morte in diretta. Gli investigatori hanno ricostruito decine di nottate passate da Pizzocolo nei motel sparsi fra le province di Lodi, Milano, Cremona e Varese. Perché era molto conosciuto nell’ambiente. Con il suo vero nome o con quello stampato sulla sua carta d’identità falsa.

Un documento rubato a un conoscente, a cui aveva applicato la sua foto. Perché farlo, se non faceva altro che sesso con le lucciole? È questa la domanda a cui stanno cercando di rispondere gli agenti della questura e della polizia postale. Anche se fin dall’inizio hanno sospettato di trovarsi di fronte a un serial killer. Un uomo che - come si vede dal filmato - non ha pietà di Lavinia, prende due fascette da elettricista lasciate sul letto e la strangola. Senza lasciarle scampo. Poi, la porta già cadavere da un motel nel Varesotto fino al Lodigiano, dove era sicuro di poter portare il corpo esanime dal garage alla stanza, senza essere visto. Lì ha piazzato quattro telecamere agli angoli della stanza e si è filmato mentre stuprava il cadavere di Lavinia.

fabrizio.lucidi@ilgiorno.net