Lodi, 28 agosto 2013 - L’inaugurazione, lo scorso dicembre, della nuova, maestosa hall d’ingresso del Maggiore, le lamentele di un paziente per la lista d’attesa di quasi un anno per una visita reumatologica, le polemiche lanciate nei giorni scorsi dai sindacati sulla carenza del personale negli ospedali del territorio. Stefano Spelta, presidente dell’Aira (Associazione Italiana Reum-Amici), che si occupa di portare avanti le istanze dei malati di malattie cronico-degenerative di origine reumatica, e malato egli stesso di artrite reumatoide, si dice «preoccupato per ciò che sta accadendo» alla sanità lodigiana.
Presidente Spelta, perché è così preoccupato?
«Sembra non esserci la volontà, nell’Azienda Ospedaliera, di risolvere i problemi di base, se non quelli di ‘facciata’. Hanno speso milioni di euro (22,8 milioni di euro complessivi, ndr) per rifare un ospedale fatiscente, hanno trasformato l’entrata nella hall di un aereoporto, presto vi aggiungeranno una farmacia interna, ma poi tralasciano l’aspetto della cura della persona. A cosa serve un bell’ingresso se poi un malato non trova il medico di cui ha bisogno?».
Proprio lei si era battuto per far arrivare a Lodi un reumatologo: oggi esiste un ambulatorio aperto due volte al mese. Quale è il problema?
«In generale si notano accorpamenti di reparti, per risparmiare sulle figure mediche, o il recupero di personale da altri nosocomi, Sant’Angelo o Codogno, per sopperire alla carenze di Lodi. Quando, circa un anno fa, venne avviato l’ambulatorio di reumatologia, la lista d’attesa per una visita era di due mesi. Di recente, invece, un paziente si è sentito dare un appuntamento per fine giugno del 2014, segno evidente dell’aumento delle richieste. L’Azienda ospedaliera si è giustificata rispondendo che se c’è urgenza il medico di base può apporre l’apposito bollino. In realtà le visite reumatologiche vanno fatte in media ogni 3-6 mesi. Dando appuntamento tra un anno si ottiene solo che il paziente - se se lo può permettere - si rivolge ai centri privati a Lodi e Zelo, altrimenti va nei centri reumatologici di Milano, Brescia o Pavia. Ma spesso si tratta di malati anziani o con problemi di deambulazione, gli spostamenti non sono facili. Nessuno chiede che Lodi si specializzi nella reumatologia, ma solo che abbia un ambulatorio in grado di garantire le visite necessarie. Crema ha di recente assunto un reumatologo: perché Lodi non aumenta da due a quattro il numero di aperture mensili dell’ambulatorio, o non assume un proprio reumatologo?».
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