Cornegliano Laudense, 25 gougno 2012 - Un maxi deposito di gas naturale, in grado di accogliere circa 2 miliardi di metano, potrebbe vedere presto la luce nel Lodigiano. Ma di fronte a questa ipotesi si leva un grido d’allarme da parte di un gruppo di residenti che si è costituito in Comitato (denominato «Ambiente e salute nel Lodigiano») e protesta per il modo in cui finora è stata gestita tutta la partita: «Stanno per mettere una bomba a orologeria sotto le nostre case e ci vogliono tenere tranquilli non dicendoci tutta la verità» denunciano i contrari. Il progetto risale più o meno al 2005.

A mettere gli occhi su Cornegliano Laudense, piccolo centro di circa tremila anime, 8 chilometri a ovest di Lodi, è stata la società «Ital gas storage srl». Proprio lì perché a Cornegliano fino al 1996 c’era un vecchio punto di stoccaggio di gas dell’Eni, dichiarato esaurito nel 1996. Anno dopo anno sono arrivati tutti i via libera. Quelli di Ministero, Regione, Provincia e Comune. Teoricamente adesso i lavori potrebbero decollare. Sempre che il comitato non riesca a mettere i bastoni tra le ruote: «Finora — riferisce il portavoce del comitato Roberto Biagini —, ci hanno sempre raccontato che il deposito avrebbe avuto una capacità massima di un milione di metri cubi. In realtà, carte alla mano, sappiamo che nel nostro sottosuolo potrebbero finire addirittura 2 miliardi di metri cubi di gas». Il deposito, per quanto progettato, dovrebbe funzionare in modo tale da immagazzinare metano quando la richiesta è bassa (ossia nella stagione calda) e estrarlo nella stagione fredda, quando solitamente le forniture ordinarie sono insufficienti.
 

È prevista la realizzazione di una centrale di stoccaggio con due «cluster» (ognuno da 7 pozzi), distanti tra loro e collegati da un metanodotto che attraversa anche il paese e passa sotto le case. La durata della concessione sarebbe di 20 anni. Rinnovabili di 10 e poi di altri 10. Il giacimento si estenderà per 24,23 chilometri quadrati e sono sei i comuni direttamente interessati oltre a Cornegliano: Pieve, Borgo San Giovanni, Lodi, Massalengo e Lodi Vecchio. Dalla relazione commissionata dalla stessa ditta proponente a una società specializzata, la Cesi, si evince che un impianto di questo tipo è soggetto a eruzioni del pozzo che possono causare incendi. Durante la fase di esercizio inoltre, si potrebbe verificare una depressurizzazione con immissione in atmosfera di metano fino a 7-8 chilometri di distanza. «Non ci sentiamo per nulla tranquilli e condurremo una dura battaglia» conclude Biagini».
 

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