Lodi, 24 settembre 2011 - Si allarga l’inchiesta della Procura di Lodi che vede accusato lo psichiatra Armando Marni, 55 anni, di violenza sessuale nei confronti di alcune pazienti del reparto di Psichiatria dell’ospedale di Codogno, dove lavorava dopo essere rimasto a lungo in servizio anche a Lodi. Dopo la denuncia delle prime due donne, che avevano raccontato di come durante il periodo di ricovero il medico, approfittando del suo ruolo, le avesse sedotte arrivando a consumare rapporti sessuali completi, le indagini avrebbero permesso infatti di scoprire altre ragazze rimaste tra il 2008 e il 2010 vittime delle “attenzioni particolari” del medico.
 

 

Sono infatti sei i nominativi delle persone offese per cui il pubblico ministero Giampaolo Melchionna ha chiesto nei giorni scorsi un incidente probatorio (davanti a pm, giudice e avvocati), con lo scopo di acquisirne la testimonianza e “congelarla” ai fini dell’eventuale processo, risparmiando alle donne lo choc di una deposizione pubblica. «Considerato che si tratta di persone che presentano condizioni mentali o psichiche di particolare fragilità — mette nero su bianco il magistrato — si rende necessaria l’esigenza di anticipare le loro testimonianze, affiché i ricordi della vicenda non vengano compromessi dal trascorrere del tempo e dall’aggravarsi delle patologie sofferte».

 


Alle sei donne si è arrivati
dopo un lungo lavoro di indagine, che ha visto interrogate una trentina di pazienti del medico. Davanti agli investigatori quattro di queste, oltre alle due già conosciute, si sono aperte, raccontando la loro verità. «Nella sua qualità di psichiatra in servizio all’ospedale di Codogno — scrive il pm — abusando delle condizioni di inferiorità psicofisica delle sue pazienti le induceva a subire atti sessuali, da baci sulla bocca a rapporti sessuali completi». Con le aggravanti di «aver commesso il fatto con l’uso di sostanze narcotiche e abusando della propria autorità». Gli episodi contestati sarebbero avvenuti a Lodi, Codogno e Pavia, tra 2008 e settembre 2010.

 


Subito dopo l’arresto del dottore, avvenuto nel maggio di quest’anno, l’Azienda ospedaliera di Lodi aveva dato il via a una inchiesta interna, il cui iter però si è subito arenato. «Il procedimento disciplinare è sospeso per ora, in attesa del risultato del lavoro della magistratura — spiega il portavoce dell’Azienda ospedaliera, Eligio Gatti —. Dovremmo sentire Marni per saperne di più, ma ora è agli arresti domiciliari e questo ovviamente ci impedisce di concludere il nostro lavoro». Il medico era stato confinato agli arresti domiciliari e poi scarcerato dopo 24 giorni per un difetto nel provvedimento. Ma poco dopo era tornato nuovamente agli arresti. L’avvocato difensore Teresa Zampogna, che aveva parlato di «legami sentimentali consensuali» esistenti tra il medico e le pazienti, ieri è risultato irreperibile per tutto il giorno.