Pavia, 30 marzo 2011 - «Non posso dire molto, ma voglio garantire che le conclusioni dell’indagine sono rassicuranti. Tanto che possiamo a buon diritto continuare a sentirci orgogliosi del nostro sistema sanitario». Il prefetto di Pavia, Ferdinando Buffoni, ha anticipato così, l’altro pomeriggio, nel suo intervento a «Governincontra», l’esito della commissione d’indagine sull’Asl istituita lo scorso settembre dalla Prefettura, su delega del ministero dell’Interno.

Dopo l’arresto (per concorso esterno in associazione mafiosa), lo scorso 13 luglio, di Carlo Chiriaco, che oltre che componente di spicco del Pdl pavese e provinciale, era direttore sanitario dell’Asl di Pavia e dopo le reiterate richieste al Pirellone, da parte dell’opposizione politica del Pd, di verificare le procedure di nomine in ruoli chiave per la sanità, anche se l’Asl pavese era sempre restata fuori dall’inchiesta e dalle polemiche politiche, la Prefettura aveva costituito a settembre la Commissione d’indagine, nominando con decreto prefettizio 3 commissari: il vice-prefetto vicario Rinaldo Argentieri, l’ex-questore di Pavia Giovanni Calesini e l’ex-dirigente regionale Lucio Mastromatteo.

La Commissione aveva 3 mesi di tempo (che sono stati poi prorogati) per verificare se fosse stata «strumentalizzata da Chiriaco la posizione di assoluto rilievo occupata dallo stesso nell’organigramma dell’Asl». Il decreto prefettizio d’istituzione della Commissione non ipotizzava delle avvenute irregolarità nell’attività di Chiriaco all’interno dell’Asl, ma si limitava a voler «assicurare la massima trasparenza all’interno di un’importante istituzione della provincia».

«La Commissione d’indagine all'Asl di Pavia - dice ora il prefetto Buffoni - era stata nominata al fine di accertare l’eventuale esistenza di collegamenti con la criminalità organizzata degli amministratori ovvero forme di condizionamento o di irregolarità dei servizi. Proprio in questi giorni la Commissione mi ha consegnato una corposa relazione, che sottoporrò ora all’esame del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e poi invierò al ministro dell’Interno con le mie valutazioni». E, per quel poco che può anticipare, il prefetto parla appunto di conclusioni «oltremodo rassicuranti».

E snocciola i numeri del «lavoro immenso» svolto dalla Commissione, citando «6mila soggetti, tra persone fisiche e società» che hanno ricevuto pagamenti dall’Asl, per lavori o servizi affidati o appaltati. Ma senza collegamenti con la ‘ndrangheta, stando alle rassicurazioni del prefetto.