San Colombano al Lambro, 3 marzo 2011 - Ha denunciato in lacrime ai buttafuori di essere stata violentata nel giardino del locale, da un ragazzo poco più grande di lei. Ma il presunto aggressore sarebbe stato rintracciato nella giornata successiva dagli uomini della sicurezza e accompagnato in Questura a Pavia.

Il fatto - secondo quanto denunciato dalla ragazza, una 17enne di Lodi - sarebbe avvenuto sabato sera alla discoteca “Encanto” di San Colombano al Lambro. Poco dopo la mezzanotte la giovane sarebbe uscita nel giardino del locale appartandosi in un portico vicino con il ragazzo, un pavese poco più grande di lei. Di lì a poco sarebbe scattata la violenza. I buttafuori intorno alle 2 avrebbero visto la ragazza uscire in lacrime dal locale. «Dopo aver raccontato la cosa alla sicurezza è salita in ufficio da me — racconta il titolare del locale, Luigi Burlini —. L’ho tranquillizzata, ma dopo poco ha detto di voler tornare a casa ed è uscita».

I genitori hanno quindi accompagnato la ragazza alla clinica Mangiagalli di Milano, poi è scattata la denuncia. «Nel pomeriggio di domenica il padre mi ha chiamato chiedendo se conoscevo il ragazzo — continua Burlini —. Non l’avevamo mai visto, ma nel frattempo avevamo già fatto partire le nostre ricerche». Tramite le telecamere esterne al locale e le testimonianze di alcuni presenti si è presto risaliti all’identità del giovane, raggiunto nella sua abitazione in poche ore e portato in Questura a Pavia per accertamenti.

«È stato determinante il lavoro dei nostri ragazzi — spiega Burlini — e anche l’uso dei social network come Facebook. Nonostante il locale fosse pieno con circa 300-400 persone siamo riusciti a scoprire il ragazzo in poco tempo. Lo stesso padre della ragazza ha elogiato il nostro lavoro, riconoscendoci il fatto di averlo aiutato da subito».

Ora saranno le autorità giudiziarie a stabilire cosa sia effettivamente accaduto. «Siamo sconvolti anche noi — continua Burlini — perché in 10 anni che gestiamo questo posto non è mai accaduto nulla del genere. Il fatto sarebbe accaduto in un locale pieno di gente: abbiamo 10 persone che badano alla sicurezza del locale, ma non era possibile evitare una cosa del genere. Attendiamo anche noi di conoscere la verità».