Lodi, 9 febbraio 2011 - Nella loro sede di via Vistarini 29, inaugurata il 13 giugno, spicca l’affresco del socio William Draghetti. All’ingresso dei locali c’è una targa bronzea donata dall’associazione Luciano Manara di Milano. Questo è l’angolo della memoria dell’Associazione bersaglieri di Lodi dedicata al generale Saverio Griffini, prima medaglia d’oro del Risorgimento al valor militare.

Un gruppo di 44 bersaglieri e 70 simpatizzanti, coordinato dal presidente Luigi Perletti, che presto avrà a Lodi un monumento dedicato ai bersaglieri. Perletti racconta: «La sezione è nata 100 anni fa. Le nostre leggiadre piume al vento sono sempre piaciute, siamo i militari più belli e valorosi, che correvano davanti al re per proteggerlo. Ma nel 1981 il presidente Valentino Mesuano chiuse i battenti. Da allora finì tutto fino al nostro arrivo, nel 2008», dice. Oggi l’associazione dispone anche di uno spazio con giardino dove si trovano l’alzabandiera e una Madonnina per i momenti di raccoglimento: «Si sono aggregate numerose vecchie reclute dei bersaglieri e tanti simpatizzanti. Da noi si impara a conoscere la storia e si trascorrono piacevoli momenti in compagnia. Abbiamo ricevuto personalità illustri come il Prefetto di Lodi Peg Strano Materia», prosegue.

La sede, casa-museo del bersagliere, custodisce manichini che indossano uniformi, tra cui quella del 1870 di un tenente colonnello, un busto di bersagliere scolpito dall’artista Folcia, nel tronco di un albero dell’ex Caserma del terzo reggimento di Milano, un quadro con immagini di bersaglieri lodigiani della classe 1899, vetrinette con vari tipi di bombe, occhiali di un cieco di guerra, una gavetta rinvenuta lungo le rive dell’Adda, medaglie, mappe originali di guerra, scrittoi e materiale infermieristico da campo, registri scritti a mano, una pietra litografica che rappresenta, incisa al negativo, la presa di Porta Pia, la medaglia assegnata al generale Griffini, foto, lettere e documenti del bersagliere Giovanni Crotti, nato il 26 gennaio 1915 e caduto sul fronte russo il 27 agosto 1944: «L’esposizione è entrata nel circuito museale della Provincia e del Comune di Lodi.

E per noi che, da soli, abbiamo ristrutturato e ordinato la sede, una lavanderia dell’ex asilo Garibaldi, è stato un sogno realizzato», conclude il presidente.