Lodi, 13 gennaio 2011 - «Quella che abbiamo varato a inizio dicembre con la trasformazione degli spazi gialli riservati ai residenti in blu, a disposizione di chiunque arrivi in città, è stata un’operazione importante, presa di comune accordo con l’Unione del Commercio e la Camera di Commercio. Quello dei parcheggi poi, sono convinto, è solo uno dei problemi». Questo il commento dell’assessore comunale Simone Uggetti di fronte alle lamentele che arrivano dai commercianti del centro.

«Siamo partiti con la rivoluzione dei parcheggi a inizio dicembre perché volevamo fare da traino alle vendite delle festività di Natale, tradizionalmente più elevate — afferma l’esponente della Giunta Guerini —. Detto questo penso che non si possa dire che non è cambiato nulla e che il risultato è stato identico a quello degli altri anni. Personalmente ho visto che i parcheggi passati da gialli a blu, erano sempre molto gettonati».

«Sono anche convinto che quello della disponibilità di posti auto sia solo uno dei problemi del commercio — aggiunge Uggetti — e che l’equivalenza poco parcheggio pochi affari sia una arcaica e troppo semplificatrice. Noi siamo impegnati in progetto a più ampio respiro. La logica del consumatore oggi è più complicata, serve un nuovo protagonismo anche dei commercianti. Da un lato non si può dimenticare che la disponibilità economica degli acquirenti è diminuita, dall’altro lato che la competizione in campo commerciale è forte e oltre alla concorrenza delle grande strutture oggi bisogna confrontarsi anche con le nuove tecniche di vendita come ad esempio il commercio elettronico. Il cliente oggi va seguito e inseguito con molta cura».

«Per le quattro giornate-evento con musica e artisti di strada annunciate — conclude l’assessore comunale —, abbiamo preferito concentrare tutti gli sforzi nella Notte Bianca di Santa Lucia che è stata un grande successo. In quella occasione avevamo chiesto ai commercianti del centro di tenere aperte le saracinesche: la maggioranza di loro l’ha fatto. Altri no e questo mi lascia un po’ pensare».