Busto Garolfo, 11 settembre 2011 Una data che resterà scolpita nella memoria di tanti. Quella dell'11 settembre 2011 segna l'ingresso di Anna Mei, 44 anni, ciclista milanese residente in Brianza, nella leggenda della bicicletta. O, meglio, dell'ultracycling, cioè di quel ciclismo che va oltre, quel ciclismo che si trasforma in impresa. E al velodromo Roberto Battaglia di Busto Garolfo la 44enne volante l'impresa l'ha compiuta sul serio.

Poco dopo le 9 di questa mattina si è infatti conclusa la sua 24 ore no stop sui pedali durante la quale ha stabilito il record mondiale di 711 chilometri e 39 metri percorsi sgretolando letteralmente il primato di Seana Hogan, la leggenda americana che lo aveva stabilito nel 1993. Da allora nessuna donna era riuscita a superarlo. Prima di wonder woman Mei, che con la tenacia e la caparbietà tipiche di chi è più abituato a lavorare che a sprecare parole lo ha eguagliato per poi mettere la freccia e renderlo soltanto un ricordo.

Insieme a lei l'inseparabile allenatore Fabio Vedana, con gli occhi lucidi al traguardo, direttore della scuola di ciclismo di Busto Garolfo. «Quando mi ha chiesto perché volessi tentare un'impresa del genere gli ho risposto che non lo sapevo, ma che pensavo che mi sarebbe venuta bene - scherza una raggiante Anna Mei dopo 24 ore consecutive in bicicletta -. Un risultato del genere però non è possibile senza avere persone eccezionali che ti seguono sempre e che sacrificano anche parte del loro tempo pur di aiutarti. Sono fortunata».

Non solo sport. Il record è servito anche a dare un contributo all'associazione Debra Italia Onlus, che si occupa delle persone affette da epidermolisi bollosa, una patologia genetica che colpisce la pelle e che li ha fatti ribattezzare "bambini farfalla", e alla famiglia di Mattia Inverni, portatore proprio di questa malattia. Ogni sponsor ha versato una cifra per ogni chilometro percorso dall'atleta e si è arrivati così a raccogliere un totale di circa cinquemila euro. «Questo era quello che contava di più - commenta Anna Mei -. L'importante era fare qualcosa per aiutare la famiglia di Mattia e chi si trova ad affrontare questo genere di problemi. Ho fatto tutto per loro». Inox Anna non si ferma qui: «Ora ho bisogno di riposo, ma un pensiero alla Run Across America, la corsa ciclistica di oltre quattromila chilometri negli Stati Uniti, lo faccio volentieri».