I Legnanesi: film e teatro, il nuovo Giuàn porta fortuna

Lorenzo Cordara ha dovuto calarsi in fretta nei panni di una delle maschere della compagnia e i risultati lo stanno premiando

Antonio Provasio, ovvero la Teresa, e Lorenzo Cordara, il Giuàn

Antonio Provasio, ovvero la Teresa, e Lorenzo Cordara, il Giuàn

Legnano (Milano), 5 dicembre 2019 - Un mese magico. Negli ultimi trenta giorni Lorenzo Cordara, 43enne di Abbiategrasso con un’esperienza ventennale nel mondo del teatro e della recitazione - nel suo curriculum anche diversi spot televisivi, fra i quali anche uno con la leggenda Robert De Niro -, ha visto stravolgere la propria vita. Da attore e insegnante di recitazione è diventato il “Giovanni Colombo” a tempo pieno. In trenta giorni si è ritrovato catapultato all’interno di un cortile legnanese, di cui ha acquisito vicini di casa ma anche una moglie e una figlia “di lungo corso” ovvero la Teresa e la Mabilia de I Legnanesi.

Cordara, come trova questa sua “nuova vita”? «Uno fa l’artista sperando di lavorare meno, ma qui si sta lavorando il doppio rispetto a prima (ride, ndr). Si lavora tanto, è stancante, ma molto bello. L’entusiasmo è quello che ci tiene in vita e che ci fa continuare a lavorare a questi ritmi».

Nella prova generale a Cassano Magnago è sembrato un po’ in soggezione con il suo personaggio, nelle ultime repliche di questi giorni al Galleria di Legnano l’abbiamo vista più sciolto. Cosa è cambiato? «In soggezione? Se mi avessero bucato con un ago non sarebbe uscita una goccia di sangue da quanto ero teso (ride, ndr). Nelle prime repliche ero ligio al lavoro, stavo attento a non sbagliare nulla e mi sentivo tutti gli occhi del pubblico addosso. In realtà avevo addosso anche i miei occhi, anche perché sapevo di non potermi permettere di sbagliare. Piano piano sto migliorando, ogni sera aggiungo qualcosa di nuovo. È come quando entri in una casa e devi arredarla personalizzandola: ci impieghi un po’ e non fai tutto subito, vai per gradi. Il personaggio del “Giuàn” è forse quello che si esprime di meno a parole, ma comunica molto con il fisico. Per le mie caratteristiche, ho ancora bisogno di tempo per riuscire a raggiungere il massimo. Sono stato accolto molto bene dalla compagnia, l’ambiente è fantastico e tutti ogni giorno mi fanno sentire a casa. Non vedo l’ora che venga la sera per andare in teatro insieme a loro».

Le riprese de “Non è Natale senza panettone” si sono concluse e il film andrà in onda il 26 dicembre su Rete 4, la compagnia sta girando l’Italia in teatro con lo spettacolo “Non ci resta che ridere”. Quale è la “versione” che preferisce? «Sicuramente il teatro. Provengo da quell’ambiente e l’esperienza sul palco dal vivo è qualcosa di indescrivibile. Abbiamo accettato con entusiasmo la proposta di Mediaset di realizzare questo film anche per venire incontro a chi vorrebbe vederci, ma non può venire a teatro. Però lo spettacolo dal vivo è talmente emozionante da essere davvero unico».

Con chi guarderà il film il 26 dicembre? «Insieme agli amici, ho detto a tutti di sintonizzarsi su Rete 4 anche perché c’è grande attesa attorno a “Non è Natale senza panettone”. Inoltre sono curioso di vedere il prodotto finito, abbiamo visto qualche spezzone ma per ora nulla di più».

Cosa l’ha colpita maggiormente di queste prime settimane insieme ai Legnanesi? «L’aspetto più bello, oltre alla grande professionalità e al talento di tutti, è che tutto quello che fanno questi ragazzi lo fanno per il pubblico. Lo rispettano e sono molto educati nei confronti di tutti, si fermano sempre per una parola o un caffè e lo fanno volentieri. Recitano sul palco, ma per il resto sono veri e molto rispettosi».