Elezioni a Legnano: Radice festeggia da sindaco, Toia recrimina

La sconfitta del centrodestra: all'appello mancano 1.500 dei voti incassati al primo turno

Lorenzo Radice, nuovo sindaco di Legnano

Lorenzo Radice, nuovo sindaco di Legnano

Legnano (Milano), 6 ottobre 2020 - I legnanesi hanno eletto ieri il sindaco più giovane del dopoguerra e lo hanno fatto ribaltando il risultato del primo turno delle Amministrative con percentuali anche inattese: il 39enne Lorenzo Radice e la sua coalizione di centrosinistra escono vincitori dal ballottaggio con una percentuale che supera di pochissimo il 54% delle preferenze e che tradotta in voti significa quasi 12mila legnanesi. Una rimonta che stupisce nella dimensione, se si considera che Radice partiva con un distacco di dieci punti percentuali rispetto alla candidata del centrodestra, Carolina Toia.

La vittoria di Radice ha preso forma sin dai risultati non ufficiali dei primi seggi, comunicati dagli esponenti di lista nelle diverse scuole: uno dopo l’altro i seggi non solo restituivano un Radice quasi sempre in testa, ma sottolineavano anche quanto Toia perdesse addirittura voti in alcune zone che l’avevano vista vincitrice al primo turno. E così, prima ancora dell’ufficializzazione del risultato, un Radice ormai esausto, ebbro di felicità e quasi incredulo di fronte a quanto stava accadendo, ha dovuto subire l’assalto festoso dei suoi sostenitori negli spazi dell’area Cantoni dove era stato stabilito il quartier generale “en plein air” in attesa dei risultati. Da qui si è poi formato un corteo che ha preso la strada del Comune di Legnano, a poche centinaia di metri. Poi la salita, contingentata nei numeri, al primo piano di palazzo Malinverni, ufficio del sindaco, dove Radice ha trovato ad attenderlo il commissario vicario Giuseppe Mele, colui che ha costituito la parte operativa della gestione commissariale Ecco, c’è sempre un momento in cui il candidato sindaco vincitore dopo aver messo le ali della vittoria inizia ad avvertire il peso della responsabilità, rimettendo per un attimo i piedi a terra e questo momento per Radice ha coinciso proprio con questo incontro: "È proprio così, faccio fatica ancora a comprendere cosa mi stia succedendo – raccontava ieri Radice in piazza San Magno, strappato per un attimo dal prolungato bagno di folla che gli costerà probabilmente un tampone di verifica nei prossimi giorni –, ma quando ho incontro Mele nell’ufficio del sindaco, quando mi ha detto che mercoledì ci sarà la presa d’atto della mia elezione e quando, congedandosi, mi ha salutato dicendomi che ci sarà molto da fare ho sentito non solo la felicità della vittoria, ma anche la responsabilità per il lavoro che aspetta me e la mia coalizione. Questo è il passaggio fondamentale in un risultato che, è vero, nella dimensione supera le aspettative. Questa vittoria è della nostra squadra, di un gruppo meraviglioso che mi ha sostenuto anche quando, dopo la querelle sugli apparentamenti, sono arrivato davvero con le energie al lumicino al ballottaggio. Penso che anche la nostra decisione di andare da soli senza cercare accordi in questi quindici giorni ci abbia infine premiato".Radice ha ancora una serata di festa prima di rimettere la testa sui prossimi impegni: le priorità sono ben definite e chiare a tutti, ma la prima sfida sarà la costruzione della squadra di Giunta che dovrà accompagnare lui e la vicesindaco Anna Pavan. 

Carolina Toia
Carolina Toia

Qualcuno l’ha “tradita”: Carolina Toia non vuole ancora ammetterlo, ma i numeri parlano chiaro e quei 1.500 voti in meno rispetto al primo turno hanno tutte le caratteristiche di un segnale che forse qualche forza politica della sua coalizione ha voluto lanciare. La candidata del centrodestra ci aveva creduto e aveva spinto sull’acceleratore della campagna elettorale creando una lista a sua immagine e somiglianza praticamente dal nulla: ovvio che ora la delusione sia forte e, come è stato anche in occasione delle buone nuove, ieri è stata vissuta per gran parte della giornata in famiglia. «La delusione c’è di certo, è grande e non potrebbe essere altrimenti - racconta Toia - . Io e la mia squadra, quanti si sono impegnati nella mia lista e alcuni altri, abbiamo lavorato tanto per arrivare sino a questo punto e li ringrazio davvero per quanto hanno fatto, anche se questo sforzo non ci ha condotto sino all’obiettivo finale». «I 1.500 voti in meno? Faccio fatica anche io a spiegarmeli, ma adesso non voglio fare alcuna ipotesi - aggiunge -. Ci sarà il momento per ricostruire con più esattezza cosa sia successo e per provare a dare una lettura corretta dell’accaduto». Il punto di partenza per Carolina Toia erano le 11.615 preferenze accumulate nel primo turno elettorale: tra domenica e lunedì ha superato a malapena i 10mila voti ed è proprio la dimensione di questo calo ad aprire la strada a qualunque ipotesi. Avrà forse pesato la “dichiarazione d’indipendenza” fatta dalla stessa candidata per gran parte della campagna elettorale? O forse le ruggini della sua stessa candidatura, non da tutti subito condivisa, hanno avuto effetto solo al secondo turno? Fatto sta che è difficile spiegare questo calo solo con la disaffezione classica dell’elettore dei centro destra al secondo turno. «Smaltirò questa delusione, ma voglio subito chiarire che, pur uscendo sconfitta, io non ho alcuna intenzione di tirarmi indietro – continua Toia -. Per me, per noi della lista il percorso è solo iniziato. Qualche anno fa l’avrei presa diversamente, oggi invece non ho alcun timore a immaginare un percorso per il futuro a partire da quella che a tutti gli effetti è una delusione. Sarò dunque in Consiglio comunale e farò opposizione così come il voto dei cittadini ha determinato».